“Storie come quelle di Renzo Rossetti non ne esistono più. La sua come quella di altri grandi italiani dell’impresa e della cultura, appartiene a un’ Italia povera, silenziosa, proba, geniale che il tempo con i suoi mutamenti sociali, economici e politici ha cancellato ed è una storia che ho conosciuto solo poco tempo fa, quando il mitico industriale Rossetti mi ha dato timidamente da leggere qualche appunto sulla sua vita.
Per me Renzo Rossetti era sempre stato il gentile, semplice, sorridente, signore che con la simpatica moglie Lisetta, faceva parte del mondo della produzione di moda sofisticata cui tutti guardavano con ammirazione… …non si poteva immaginare che dietro il grande successo di Renzo Rossetti e della sua famiglia, del resto mai ostentato, anzi elegantemente occultato, ci fosse una magnifica storia di privazioni e di speranza, di cocciuto coraggio e di paziente umiltà, di case senza acqua corrente e senza gabinetto, di giochi nelle polverose strade del basso veronese, di fame e di mance raccolte da bambino raccogliendo stracci, di lavoro infantile notturno in uno zuccherificio e poi con l’adolescenza l’arrivo a Parabiago… …e finalmente, figlio di un ciabattino con un fratello ciabattino, la scoperta, nei primi anni Cinquanta di un mestiere, di una vocazione di un’autentica passione: le scarpe…. …Renzo Rossetti non si è mai accontentato, ha inseguito imperterrito la scarpa come mito, come creazione, come meraviglia: mai abbastanza bella, di forma, materiali e colori mai abbastanza innovativi, mai abbastanza di classe, mai abbastanza perfetta… ….Renzo… ha avuto la fortuna di essere forse l’ultimo di quei self-made-men che sono partiti dalla povertà e dal nulla, vissuti non come ostacolo ma come opportunità. Anche lui come questi geniali innovatori in via di estinzione si è posto mete non di potere e di denaro ma di creatività e bellezza, rimanendo sé stesso, non rinnegandosi mai, sempre conservando nel cuore quell’antico bambino scalzo e felice che ha avuto la fortuna di essere.”
Da “La fortuna di nascere poveri”, introduzione di Natalia Aspesi alla biografia di Renzo Rossetti.