Lo cantava Marilin, ha adornato e adorna tutt’ora le teste coronate del mondo, ricercato come simbolo di ricchezza ma anche di dimostrazione di amore, rilanciato dal famosissimo slogan della De Beers “UN DIAMANTE E’ PER SEMPRE”, il diamante svetta sempre in testa alla classifica dei preziosi come il più amato dalle donne.
Nonostante il periodo economico piuttosto instabile rimane comunque l’investimento da prediligere anche se in pochi ancora sanno districarsi nell’acquisto
Fondamentale è sapere che un diamante si giudica attraverso quattro caratteristiche fondamentali che si combinano tra loro in vari modi determinandone il valore. Sono dette “le quattro C” dall’inglese: carat, clarity, colour, cut.
Se è bene saperle riconoscere per oggetti che riportano anche solo dei piccoli pavè, lo è maggiormente per pietre che iniziano ad avere un certo peso e quindi una certa importanza.
Queste caratteristiche sono sempre riportate all’interno dei certificati e consistono:
- nel taglio, non solo espresso nella forma che determina le varie categorie ( brillante o tondo, goccia, navette, cuore, princess, radiant, carrè o quadrato, cuscino, smeraldo) ma anche nelle sue proporzioni: il giusto taglio con le giuste proporzioni determina la corretta riflessione della luce e permette di sprigionare la massima quantità di luce determinando la piena brillantezza della pietra
- nel peso espresso in carati (un carato equivale a 0,2 grammi e quindi ad un quinto di grammo); i diamanti per ogni categoria di taglio sono suddivisi in altrettante fasce di peso per le quali viene identificato un prezzo al carato sempre tenendo presenti la combinazione di colore e purezza.
- nel colore individuato da una scala alfabetica che per convenzione parte dalla lettera D per indicare il colore più bianco a scendere fino alla Z: è quindi una scala che va da incolore, a sfumature di grigio, al paglierino, al brown.
- nella purezza che indica la presenza o meno di tracce di carbonio non cristallizzato: la maggior parte non sono visibili ad occhio nudo ed hanno bisogno di essere ingrandite alla lente per essere riscontrate. Sono considerate imperfezioni, vengono definite inclusioni e sono classificate dai principali sistemi di graduazione internazionale in maniera equivalente.
- IF (Internally flawless) – puro alla lente internamente
- vvs1 – vvs2 (very very small inclusion)- inclusioni piccolissime non visibili
- ad occhio nudo e molto difficili da
- individuare a 10x
- vs1 – vs2 (very small inclusion) – inclusioni molto piccole non visibili
- ad occhio nudo e difficili da
- individuare a 10x
- si1 – si2 (small inclusion) – piccole inclusioni individuabili senza
- difficoltà con lente a 10x
- P1-P2-P3 (picchè) – inclusioni visibili ad occhio nudo
Il prezzo dei diamanti al carato, quindi, dipende dalla forma nella quale sono tagliati e dalle dimensioni. Difatti vengono distinti in fasce di peso e per ogni fascia è identificato un prezzo al carato per differenti colori e purezze che si combinano tra loro.
Questo significa che paragonando pietre equivalenti per taglio, colore e purezza, prendendo ad esempio due pietre da mezzo carato queste costeranno meno di una unica pietra da un carato con stesse identiche caratteristiche.
Inoltre l’insieme di queste indicazioni ci dicono che per quella categoria di taglio, a parità di peso, una pietra non inclusa e quindi pura (IF- internally flawless), al massimo della scala di colore (D) e con il taglio migliore esprimerà il valore massimo per quella dimensione nel mercato in quel momento.
Io consiglierei, per un giusto acquisto, di preferire pietre che abbiano proporzioni, simmetria e finitura very good o excellent, in quanto figureranno meglio dimensionalmente ed esprimeranno migliore brillantezza, e per ciò che riguarda colore e purezza, colori nella fascia del bianco da “D”a “I” e purezza da “IF” a “vs2” massimo “si1”.
Importantissima, infine, è anche la scelta del giusto certificato per non incorrere in spiacevoli imprevisti.
Il certificato migliore è sempre quello riconosciuto a livello internazionale quali IGI (International Gemological Institute of Antwerp), GIA (Gemological Institute of America) e HRD (Hoge Raad Voor Diamant Antwerp).
Se ci si rivolge, invece, ad altri istituti o gabinetti gemmologici bisogna sempre verificare che la sede sia accreditata nella zona in cui opera.
Purtroppo frodi e falsificazioni sono all’ordine del giorno e quindi, quando si procede all’acquisto, soprattutto di una pietra importante, bisogna essere cauti e scrupolosi.
Se vengono proposti altri tipi di certificati che non siano quelli a valenza internazionale verificare sempre che la sede sia esistente e qualora sorga qualsiasi tipo di dubbio proporre di sottoporre la gemma ad analisi di un laboratorio di vostra fiducia.
L’argomento è molto ampio e spero in queste poche righe di essere stata utile, ma per qualsiasi chiarimento, consiglio o argomento inerente che vogliate trattare lasciate un commento, io rimango qui a vostra disposizione.
si sono daccordo su tutto ma la jocalis gioielli consiglia di controllare che nel certificato ci sia un microfilm relativo alle caratteristiche interne della pietra che desiderate acquistare il microfilm è in poche parole una impronta digitale della pietra questo fa si che lo stesso accompagni x sempre la vostra pietra inoltre consiglierei di far incidere le caratteristiche della pietra e il codice del certificato con il laser sulla cintura : si tratta di una scritta poco visibile con gli occhi che si guarda con la stessa lente con la quale si guarda una pietra a 10x cioè a dieci ingrandimenti con questa operazione siete sicuri che la vostra pietra è al massimo della certificazione possibile .
chiaramente questa operazione è consigliabile dal carato in su
questi sono i consigli che possiamo aggiungere ai consigli validissimi gia espressi in precedenza
grazie jocalis gioielli jewell