I consigli del prof. Sandro Ungari
La celiachia è una malattia di natura immunologica (una specie di allergia) causata, in soggetti predisposti geneticamente (presenza dei genotipi DQ2 e/o DQ8), dall’ingestione di glutine. Questa è una proteina contenuta nel grano, orzo e segale e che provoca in questi pazienti la formazione di autoanticorpi antitransglutaminasi: TGA. Inoltre anche altri cereali d’uso meno comune (come il farro) contengono glutine, mentre ne sono privi riso, granturco (mais), soia e grano saraceno (che, malgrado il nome, non è una graminacea).
I TGA danneggiano la mucosa intestinale che s’infiamma e atrofizza e quindi si ha un malassorbimento, cioè vengono assorbiti poco e male gli alimenti ingeriti. Ne consegue che il bambino affetto può avere diarrea, dolori addominali, poco appetito, umore cattivo, esilità delle masse muscolari, addome globoso e meteorico e scarso accrescimento sia di peso che di statura. Nell’adulto la sintomatologia è in genere meno evidente e rappresentata da vari e vaghi disturbi digestivi oppure da anemia, carenza di calcio o bassa statura (celiachia atipica). Esistono inoltre soggetti apparentemente completamente sani ma con mucosa intestinale danneggiata (celiachia silente).
Questa malattia si associa di frequente ad altre affezioni come la sindrome di Down, la sindrome di Turner, la tiroidite autoimmune, il diabete mellito tipo 1 e la dermatite erpetiforme.
Oggi che si può porre con un semplice prelievo ematico la diagnosi dosando i TGA, la prevalenza di questa malattia nella popolazione generale risulta essere di 1,0-1,5% cioè un caso ogni 100-150, mentre, fino a non molti anni fa, quando il sospetto clinico si poteva accertare solo con la biopsia, era di uno ogni 600.
Anche oggi tuttavia, per conferma, va eseguita la biopsia della mucosa intestinale (tramite gastro-duodenoscopia che si riesce, in mani esperte, a praticare anche senza anestesia generale) per dimostrarne microscopicamente il danneggiamento più o meno spiccato. La ricerca genetica dei genotipi DQ2 e DQ8 serve essenzialmente per dirimere i casi dubbi. Va tenuto presente che circa il 30% della popolazione europea normale ha questi geni (quindi solo la predisposizione), ma tutti i celiaci li hanno (il soggetto predisposto, per influenze esterne ad oggi sconosciute, diventa un malato di celiachia).
Il trattamento, che deve essere attuato per tutta la vita, consiste nell’esclusione stretta dalla dieta di tutto ciò che contiene anche minime quantità di glutine, quindi grano, orzo, segale e gli altri cereali: si calcola che la quantità tollerata di glutine presente negli alimenti debba essere inferiore a 20mg/kg (attenzione quindi alle contaminazioni). A conferma del rigore con il quale è seguito il regime alimentare, dopo sei mesi dal suo inizio si ripete il dosaggio dei TGA che deve essere tornato nei limiti della norma (e va poi ricontrollato una volta l’anno).
Il fatto di poter avere una sintomatologia sfumata o assente e di aver posto la diagnosi nell’età adulta non deve far soprassedere a seguire strettamente la dieta perché, nei celiaci non trattati, sono più frequenti i tumori dell’intestino.
Vedi anche:Â Bambini allergie alimentari sintomi
6 luglio 2010
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buon giorno, io vorrei sapere mia figlia ha fatto l’esame transglutaminasi a distanza di 6 giorni dai quali non mangiava più kamut e a 14 gg di distanza dalla sospensione del frumento..
Cmq visto che il kamut ha il glutine. L’esame è risultato negativo. Però i fatti dicono che lei non ha più la dermatite da quando ha sospeso il glutine o una qualche altra sostanza che è nei cereali con glutine. Potrebbe essere un allergia e non celiachia ?
grazie elena