Ma cosa vogliono le mamme di oggi? Vogliono tutto? Soldi, carriera, amore, felicitĆ , tempo libero. O si accontenterebbero di un aiuto ogni tanto? O forse di essere capite di piĆ¹? E da chi? E a cosa non rinuncerebbero mai per i loro figli? L’abbiamo chiesto in giro per le strade, gli uffici, le aziende e persino i palazzi della politica, raccogliendo impressioni, desideri e paure delle mamme
Ecco cosa ci hanno detto. Valentina Castaldini, 33 anni, ĆØ bolognese e fa l’impiegata, anche se fino a poco tempo fa era anche consigliera comunale. Ha due bambini: Gigi di 6 anni e Arianna di 8 mesi. “Vorrei avere piĆ¹ soldi – dice – e piĆ¹ tempo per me. Poter continuare a coltivare le cose che amo, come le amicizie, in cui posso sentirmi me stessa. Cose che posso trasmettere ai miei figli”. “Vorrei che non mancasse mai qualcuno con cui dividere il peso delle responsabilitĆ e poter realizzare quello che mi piace”. Tamara Nocco, 43 anni, pugliese, ĆØ una trend setter; detta stili (e fa la consulente) di moda.
E’ anche proprietaria di un negozio di abbigliamento. Ha una ragazzina di 16 anni, Paola, e un bimbo di 8, Eugenio. “In questo momento – ci racconta – sto lavorando quasi a tempo pieno per la fiera fashion di Shanghai. Vorrei tanto e l’ho sempre voluta piĆ¹ assistenza. Mi manca il tempo e vorrei non esser costretta a sentirmi in colpa se voglio essere una donna di successo nel mio lavoro oltre ad una mamma amorosa. Ad esempio, mi piacerebbe che le scuole non chiudessero per 3 mesi in estate e per cosƬ tanto tempo a Natale”. “Alle mamme italiane – si lamenta – manca totalmente un appoggio sia materiale che morale quando nascono i bimbi. Se non hai i nonni sei spacciato”. Su cosa desidererebbe non ha dubbi Chiara, una mamma riminese di 38 anni che fa l’architetto, con un bimbo di due anni e un altro bebĆØ in arrivo. “Vorrei davvero smettere di dover lottare di piĆ¹ solo perchĆ© sono donna, di veder considerato un diritto come un favore o come una debolezza. A partire dalla maternitĆ . Come se, una donna che ĆØ mamma, avesse qualcosa di meno, quando invece potrebbe avere un elemento in piĆ¹ per capire il mondo. Manca un mondo del lavoro e del welfare che vada incontro alle esigenze, non solo delle donne, ma delle famiglie. PerchĆ© a volte ĆØ come se ci si dimenticasse che essere mamma significa contribuire allo sviluppo della societĆ . All’estero, ad esempio, i nostri amici con figli piccoli, lavorano 4 giorni su 6 con molta tranquillitĆ e normalitĆ . E magari sono medici, avvocati o dipendenti di un’azienda”. “Cosa vorrei per me? Riuscire a coniugare meglio lavoro e famiglia” risponde Anna, una commessa calabrese di 36 anni, mamma di un maschietto di 6 anni e di una femminuccia di uno. “Vorrei essere realizzata in campo professionale e allo stesso tempo essere presente nella vita dei miei figli. Mi manca piĆ¹ tempo da dedicare alla famiglia, piĆ¹ soddisfazioni sul lavoro e anche dei momenti per me, da passare con le amiche, in palestra o a fare shopping”. Carol Cavicchi, 45 anni, ĆØ impiegata in una grande azienda del ferrarese e ha due figlie di 13 anni, Rachele e Camilla. “Quello che vorrei ĆØ soprattutto piĆ¹ tempo per me stessa – dice – e poi, anche se ĆØ impossibile, mi piacerebbe che le mie ragazze potessero vivere in un mondo piĆ¹ sicuro e tranquillo”. Simona Lembi,(nella foto) bolognese, ha 38 anni ed ĆØ funzionaria di un partito politico. Ha un bimbo di 4 anni. “Cosa vorrei per me? Senz’altro piĆ¹ tempo e mi manca uno spazio esclusivo per la coppia. Per il mio pupo, invece, vorrei vivere in una cittĆ meno inquinata”. “La cura di se stesse – si lamenta Alessandra Veroni, una mamma sarda di 37 anni, – dovrebbe andare oltre i ritagli di ore”. Alessandra lavora in un’azienda che si occupa di energie rinnovabili e ha due bimbi di 7 e 3 anni e mezzo. Anche lei vorrebbe tanto avere piĆ¹ tempo e soprattutto “la serenitĆ economica”. Come Francesca Divella, che ha una bimba di 2 anni e da 10 lavora nell’ambito dell’organizzazione degli eventi e della comunicazione. “Ho diversi clienti privati – racconta – per i quali mi adopero dalla mattina alla sera (anche se adesso lavoro dalle 9 alle 6) e spesso lavoro anche da casa e il sabato”. “Desidererei piĆ¹ sicurezze sul lavoro – spiega – ad esempio un contratto decente, a tempo indeterminato, in modo da non avere gli incubi per via del mutuo. Vorrei maggior rispetto per le mamme che lavorano, visto che spesso ti fanno sentire indietro per il fatto di dover dividere il tuo tempo tra la famiglia e il lavoro. Quello che ci manca, poi, ĆØ una casa piĆ¹ grande per accogliere altri bimbi e un bel po’ di soldi in piĆ¹, quelli che servono per gli imprevisti, e le cose superflue…”. “Vorrei sentirmi sempre al 100%: al lavoro, in casa, con il mio bimbo, con il mio compagno e con gli amici. – ci confida Micaela Romagnoli, una giovane mamma trentenne bolognese con un bimbo di quasi un anno -. Vorrei sentire di non trascurare nessuno. A volte, la quotidianitĆ ĆØ una lotta con me stessa e con il desiderio di sentirmi sempre adeguata in ogni situazione, in ogni ambito. Vorrei tanto, poi, che sul lavoro una mamma lavoratrice venisse riconosciuta come una ricchezza. SƬ, perchĆ©, dopo la nascita di un figlio si diventa ottime organizzatrici del proprio tempo, l’efficienza aumenta, i problemi si relativizzano e li si sa affrontare meglio. Spesso, invece, si pensa che una mamma possa dare meno”.
di Paola Benedetta Manca
2 novembre 2010
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Hai ragione Francesca siamo sempre Donne ma votate al sacrificio dalla nascita š
io penso che le mamme di oggi vogliono essere tutto: donne, mogli, amanti, mamme, amiche, colleghe… e soprattutto vorrebbero avere una giornata di 48 ore perchĆØ una da 24 non gli basta piĆ¹. ma poichĆØ loro non anche se si lamentano non si abbattono mai riescono quasi sempre ad organizzarsi in modo tale che non solo accontentano tutti, ma riescono anche a farlo col sorriso sulle labbra (o almeno ci provano)… in fondo siamo sempre donne…
io e il mio compagno non siamo ancora sposati e non abbiamo figli, ma giĆ abbiamo un mutuo sulle spalle e dal lunedƬ al venerdƬ stiamo fuori casa dalle 10 alle 12 ore al giorno… in piĆ¹ siamo soli, visto che ci siamo trasferiti dalla nostra cittĆ natale ad un’altra piĆ¹ grande per questioni lavorative…in piĆ¹ spesso ci spostiamo per brevi viaggi di lavoro. vorremmo sposarci e avere dei figli, ma come si fa con questi ritmi e soprattutto senza soldi?
Certo quando leggi testimonianze come queste ti chiedi se mettere al mondo i figli oppure no,.Certo la societĆ non ci aiuta, se non hai i nonni che fai?Io non sono ancora mamma , mi sposerĆ² il prossimo anno, e non nascondo che la prospettiva di vivere come una trottola non mi alletta per nulla, ma forse bisognerebbe sposare la filosofia di Luisa “la vita ĆØ bella anche cosƬ”
Bellissima inchiesta, queso significa dar voce alle donne, sono desideri comuni a tante di noi, ma la strada ĆØ lunga e tortuosa…….. se dovessi descrivere la vita di una mamma-donna professionista, non so perchĆØ mi viene in mente un flipper, ogni giorno una partita, si perchĆØ ci sono gli imprevisti o gli avvenimenti sempre e dico sempre tutto accade il giorno che tu hai un impegno di lavoro importante,,,
ma la vita ĆØ bella anche cosƬ……….
Non sono ancora mamma ma ho sorelle che lo sono e rivedo in pieno in questo articolo una parte della loro storia che ĆØ un po’ la storia di tutte le mamme di oggi.Sono d’accordo con barbara le nostre mamme da sempre ci educano alla disponibilitĆ e al senso di responsabilitĆ che rende perĆ² molto piĆ¹ spesso la vita facile agli altri piuttosto che a noi donne!!
Credo che per migliorare le fatiche e i doveri che inevitabilmente una gestione famigliare comporta non bisognerebbe sperare di avere nonni a disposizione ma servizi che funzionino e siano un diritto per tutte coloro che ne hanno bisogno.L’Italia ĆØ un paese vecchio anche in questo!!!
Interessante inchiesta perchĆØ la dice lunga sulle difficoltĆ enormi che oggi una donna deve affrontare per potersi realizzare e desiderare di avere un ruolo nel mondo del lavoro.Forse perchĆØ questo ruolo ĆØ sempre visto come alternativo e non come un desiderio lecito da abbinare a quello famigliare!!!e scusate se lo dico ma spesso siamo proprio noi donne che ci diamo la zappa sui piedi e quando una di noi deve lasciare per maternitĆ il posto di lavoro invece di farle le scarpe dovremmo pensare ad aiutarla una volta rientrata, perchĆØ il mondo gira e al suo posto ci saremo noi prima o dopo!!!
Finora si ĆØ fatto pochissimo in Italia per aiutare le donne lavoratrici, manca totalmente una politica della famiglia che si faccia carico di sgravare un pĆ² di peso dalle spalle che le lavoratrici portano addosso.Mancano scuole materne, mancano servizi di supporto, si ĆØ sempre costretti a contare su nonni o babysitter,inoltre le pari opportunitĆ di cui i politici si riempiono tanto la bocca quasi mai si attuano: le donne a paritĆ di ore lavorative guadagnano in percentuale meno degli uomini e sono sempre costrette a dimostrare di poter competere ad armi pari. Nessun governo ha mai risolto nulla, ci sono troppi progetti rimasti nei cassetti,inascoltati e ormai obsoleti. FinchĆØ non cambierĆ la mentalitĆ d’approccio al problema non si faranno passi avanti, la strada ĆØ lunga e tortuosa e alle donne non resta, come sempre, che assoggettarsi a chi le vorrebbe ancora relegate in posizioni subordinate…
Bella inchiesta e soprattutto viva, nel senso che erano le donne a parlare e non i numeri o i cosiddetti esperti.
Quando una donna diventa mamma smette di essere tutto quello che era prima, cambiano non solo le sue prioritĆ” e ma anche come viene percepita: iniziano le difficoltĆ” nel lavoro, il dover dimostrare a tutti costi che non eĀ“cambiato nulla.
La concilizione dei tempi Ć© acrobatica: si devono gestire i tempi del lavoro che sono prettamente maschili, orientati alla produttivitĆ”, senza cicli, i tempi dei bambini che sono di scoperta e lentezza della gioia della vita, i tempo ciclici naturali delle donne stesse.
Le strutture sociale sono assolutamente inadeguate ai supporto della famiglia e quindi il supporto familiare dei nonni diventa strategico e questo Ć© un limite enorme,
Ultimo punto: che quasi tutto evidenziano il problema economico e la precarietĆ” e a questo punto essere mamma diventa eroico.
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Chiunque ĆØ mamma oggi si puĆ² identificare in una di queste donne che raccontano l’esperienza di uno spaccato della impegnativa realtĆ quotidiana che tutte noi dobbiamo gestire!!Probabilmente per tradizione ed esigenze della societĆ siamo educate a quel senso dell’accudimento sin da piccole , che se per versi ĆØ meraviglioso perchĆØ ti inculca valori come solidarietĆ , rispetto, amore, per altri sfocia in quel senso di colpa perenne che limita il tempo x noi ,le nostre passioni, il lavoro e tutto ciĆ² che serve per sentirsi realizzata anche fuori dal contesto famigliare.
Certo ĆØ veramente dura ma come ĆØ bella x me la sensazione di chiudere la porta di casa e fare quell’uscita settimanale con le amiche in cui finalmente non si parla solo di bimbi ma si va al cinema,teatro o a cena!!Quando rientro e tutto tace anche la porta sembra piĆ¹ leggera!! š