Verdone, Massimo Ranieri Edoardo Bennato, sono alcuni dei personaggi che hanno partecipato a Brindiamo. Il programma di Ornella Fado, che attraverso la cultura del cibo racconta la storia degli italiani a New York.ย L’abbiamo intervistata, ecco la sua storia.
Eโ stata la prima conduttrice italiana in terra americana ad entrare nei ristoranti della Grande Mela con telecamera e microfono. Ornella Fado, conduttrice, produttrice e autrice televisiva, si prepara a celebrare i primi quindici anni del suo programma televisivo Brindiamo! In onda dal 2005 su NYC TV Channel 25.
Napoletana di nascita, pugliese di sangue paterno, Ornella vive alcuni anni in Calabria, la terra della mamma, prima di trasferirsi a Roma.ย Una carriera da ballerina e attrice in Rai e nei teatri di tutta Italia prima di arrivare, per amore, oltreoceano.ย Nella terra del sogno americano e delle grandi opportunitร inizia la carriera televisiva con un programma da lei totalemente ideato.
Erano gli anni in cui poco si parlava dellโItalia contemporanea, della sua cultura e della sua cucina.ย In veste si ambasciatrice del Made in Italy, Ornella porta nelle case degli americani le bellezze del Belpaese attraverso le storie legate al cibo.
Le sue telecamere varcano la soglia dei migliori ristoranti italiani a New York che cominciano a portare concetti nuovi direttamente dalla madrepatria.ย Una carriera intensa, come la sua vita, fatta di successi, riconoscimenti, sogni ma anche tanti sacrifici.
Oggi Ornella, questa donna con le radici salde ย al Sud ma dallo spirito cosmopolita, ย ci racconta cosa significa essere una donna italiana e imprenditrice a New York, chi sono gli italiani che oggi arrivano nella Grande Mela e cosa significa fare televisione in America.ย Si racconta con la passione e lโentusiasmo di sempre, preparandosi a prossimi progetti con grinta e determinazione.ย Bisogna sognare in modo intelligente, bisogna conoscere chiaramente i rischi ed i sacrifici del business, bisogna essere competitivi e competenti per essere vincenti.
Sei stata da poco premiata come Global Woman Awards 2019 nella categoria impresa. Cosa significa per te questo premio dopo 15 anni di carriera nella televisione americana?
Ogni riconoscimento รจ una gratificazione, ricevere poi un premio nella categoriaย โentrepreneurโ รฉ una soddisfazione ancora piรน bella, dato che ad essere premiata non รจ stata solo la mia personalitร o il mio talento in camera, ma la mia caparbietร e la mia tenacia nel voler continuare a portare avanti un progettoย televisivo che ho creato nel 2004 con passione e con una missione ben precisa: quella di raccontare la storia degli italiani allโestero al pubblico americano, e dare il benvenuto alle celebritร italiane a New York , una cittร dove non esisteva un programma dedicato a noi Italiani allโestero.
Questo premio ha un valore importante per me e rappresenta lโennesima occasione per festeggiare i primi quindici anni di carriera televisiva diย donna italiana a New York, una delle cittร piรน competitive al mondo.
Sei stata la prima italiana a parlare di ristoranti italiani a New York, in un periodo in cui la cucina moderna del Belpaese, e non quella classica italo americana, cominciava a farsi conoscere. Qual รจ stato e quale continua ad essere il messaggio ai tuoi telespettatori?
Premesso che esistevano programmi di cucina italiana, tipo Ciao Italia, Lidia, Nick Stellino, che erano girati in studio,ย il mio programma Brindiamo!, sin dal primo broadcasting nel 2005, รจ stato in assoluto il primo programma a filmare nei ristoranti. Adesso รจ molto comune vedere programmi televisivi girati nelle cucine ma, nel 2004, quando ho iniziato il mio format televisivo non esistevano programmi che entravano con le telecamere nei ristoranti. Le cucine erano luoghi riservati agli addetti ai lavori, chefs e sous chefs e lavapiatti ma io con natualezza ย e delicatezza sono ย entrata con le mie telecamere svelando la parte piรน intima del ristorante. Tutti mi hanno aperto le porte delle loro cucine e del loro cuore, permettendomi di cucinare con loro e condividere le loro ricette e la loro tradizione culinaria.
Ricordiamoci anche che, a quellโepoca, gli chef non erano celebritร , e che le cucine non si prestavano a diventare โshowcaseโ โcooking showโ oโchef tableโ, e quindi รจ stata una vera e propria sfida quella filmare in spazi molto piccoli, poco glamour per una produzione televisiva.ย Brindiamo!, รจ diventato negli anni un programma itinerante, con puntate speciali anche dallโItalia, Canada e Bermuda, ย dedicato ogni volta ad una nuova realtร italiana con una sua storia ed una sua caratteristica. Gli unici denominatori comuni ย eravamo e siamo io e lโautenticitร italiana.
Il messaggio, dopo tutti questi anni, รจ ancora lo stesso: raccontare agli americani la nostra cucina, la nostra cultura e le tradizioni che la contraddistinguono. Non solo chef, molti sono stati gli ospiti della mia trasmissione, chiamati come rappresentanti della cultura italiana. Tra questi, Oscar winner Vittorio Storaro, Carlo Verdone, Massimo Ranieri, Edoardo Bennato Giovanni Allevi,Barbara DโUrso Raf, Ron, Vittorio Storaro, Sergio Castellitto, Teresa De Sio e Sergio Brio.
Da 27 anni vivi a New York. Come sono cambiati negli anni gli italiani che sbarcano oltreoceano. Chi sono oggi e cosa fanno?
Ci sono brillanti professionisti di ogni settore, dalla medicina allโingegneria,ย manager,ย attori, stilisti, avvocati, ย docenti universitari, che arrivano con un piano specifico dallโItalia o ancora meglio con un contratto o una missione che ha origine in Italia ma anche passando per una eccellente specializzazione accademica americana. Sono italiani di successo, molti dei quali uniscono la loro iniziale istruzione italiana a quella americana per accedere brillantemente al mercato del lavoro.
Ci sono perรฒ anche italiani che si avventurano senza avere un piano specifico, armati solamente di sogno americano in tasca, senza una progettualitร e un investimento cospicuoย arrivanoย nella Grande Mela e si scontranoย subito con delle difficoltร oggetttive: visto, affitti cari, regole americane, una nuova lingua.ย Il sogno di alcuni di loro รจ insomma quello di vivere a New York perchรจ รจ cool e non perchรจ vogliono realizzare qualcosa di concreto.
Cosรฌ si cimentano in lavori che non farebbero mai in Italia o si improvvisano creativi in carriere che vanno dal life coach alla creazione di candele aromatiche, allโindispensabile lavoro di cameriere o affittacamere, che tutti fanno per pagarsi le bollette. Noi italiani siamo creativi e lโarte di arrangiarsi รจ nel nostro Dna ma il discorso a New York รจ piรน complesso.
Vedo molti giovani fare sacrifici immensi pur di rimanere nel suolo americano senza costruirsi una carriera solida, sperando forse in una sorta di effetto-rimbalzo della notorietร nella madrepatria- dove gli italiani che transitano a New York sono visti come eroi e di successo- non importa quali siano stati effettivamente gli obiettivi raggiunti. E intanto gli anni passano sbarcando il lunario e il ritorno per molti in Italia รจ visto come una sconfitta.
Personalmente, ho lasciato unโItalia produttiva, quella degli anni dโoro, e sono venuta in America per amore e mi chiedo se oggi sia veramente ย cosรฌ difficile vivere in Italia. Capisco che New York ti da quella sensazione che tutto รจ possibile e tutto puรฒ accadere e sono consapevole del fatto che qui esistono delle opportunitร concrete. Gli italiani che arrivano da queste parti si sentono piรน liberi e la Grande Mela crea quellโeffetto del sogno americano ma la realtร รจ spesso diversa e di certo piรน dura.
Questo รจ una societร che richiede profili altissimi, competenze specifiche, una conoscenza della lingua ad alti livelli, un lavoro durissimo, se si vuole fare un certo tipo di carriera. Quelli di questa recente ondata migratoria, diciamo negli ultimi quindici anni, hanno tutti preso a morsi la Grande Mela o sono stati inghiottiti dal vortice dellโillusione che questa cittร crea.
Ci sono perรฒ molti connazionali che hanno successo, e molti di loro appartengono al mondo della ristorazione. Cosa occorre sapere prima di voler tentare un’avventura imprenditoriale americana?ย
Bisogna sognare in modo intelligente, bisogna conoscere chiaramente i rischi ed i sacrifici del business, bisogna essere competitivi e competenti per essere vincenti.ย Purtroppo negli ultimi anni ho visto molti ristoranti aprire e moltissimi ristoranti chiudere. Il successo รจ un delicato equilibrio tra fortuna (quella aiuta sempre) competenza, atmosfera, e qualitร . Questโultima ripaga sempre sempre ma bisogna essere preparati a tutto e sopratutto a grandi sacrifici e agli imprevisti.ย Prima di arrivare in America bisogna sapere che รจ importante conoscere questo mercato e le sue regole e adattarsi รจ indispensabile. Non bisogna pensare con la mentalitร italiana e atteggiarsi all’italiana nelle questioni di lavoro. Occorre professionalitร , impegno, serietร , puntualitร ,. In America il lavoro รจ sacro e non si puรฒ improvvisare.
Come รจ cambiata la ristorazione italiana negli anni e quali sono i ristoranti italiani ritenuti rappresentativi della nostra eccellente tradizione e cultura?
La ristorazione italiana ha subito un incredibile cambiamento, soprattutto quella legata alle pizzerie.ย Negli ultimi anni, cโรจ stato un vero e proprio boom di pizzerie autentiche napoletane, da Don Antonio by Starita a Kestรจ, da Ribalta a PizzโArte, da Luzzo a Sorbillo, da Song E Napule a ย Pizza Secret, senza tralasciare le diverse pizzerie romane al taglio come Mani in Pasta e Farinella. La vera tradizione della pizza italiana ha insomma conquistato lโAmerica, in particolare New York mentre quando mi sono trasferita qui, 27 anni fa, era impossibile mangiare una pizza come in Italia.
Per quel che riguarda i classici ristoranti italiani, sono testimone di due fenomeni importanti e contrastanti. Il primo, รจ che la maggior parte dei ristoranti italiani ย ha sostituito le classiche tovaglie a quadri con arredamenti e tovagliato di classe, spodestando dal trono il primato francese.ย Il secondo fenomeno, รจ che cโรจ meno alta ristorazione italiana gestita da italiani ma in compenso ci sono degli ottimi ristoranti nella fascia media e medio-alta con esperienzeย decennali e ventennali come Masseria e Masseria dei Vini, Rafele, Il Gattopardo, Leopard, Marco Polo, lโincontro Angelinaโs, Norma, Autentico, Sandroโs, per menzionarne solo alcuni.
Italiana, un passato da attrice e ballerina e poi la carriera televisiva americana. Cosa ti ha dato il tuo paese e cosa ti ha insegnato l’esperienza americana?
LโItalia mi ha dato una completa formazione professionale e culturale. Ho iniziato la mia carriera in Italia ย da giovanissima ed ho avuto la fortuna di lavorare con il meglio dei professionisti dello spettacolo e della televisione italiana degli anni ottanta e novanta.
Ho debuttato a 17 anni con la etoilรจ del teatro di Roma, Diana Ferrara; subito dopo la tournรฉe, ho vinto la borsa di studio della regione Lazio per studiare con Renato Greco e a 19 anni ho fatto il mio debutto televisivo in RAI nel mitico โFantastico 6โ, con ย le coreografie di Franco Miseria, la conduzione diย Pippo Baudo e Lorella Cuccarini.
Ancora nel piccolo schermo con โUn altro varietร โ e โCinema che folliaโ con il papร della televisione italiana, Antonello Falqui, prima di passare al Teatro Sistina con โRinaldo inCampoโ, debuttando come prima attrice al Teatro Petruzzelli nel ruolo di โAngelicaโ con Massimo Ranieri.
Sempre al teatro Sistina ho avuto il piacere di lavorare con Jonny Dorelli in โAggiungi il Posto a Tavolaโ, diretto dal grande Pietro Garinei con le coreografie di Gino Landi. Ho avuto lโonore di lavorare come ballerina nel Cinema, con Federico Fellini e Franco Zeffirelli. Per due anni sono stata il volto di GBR la prima televisione privata a Roma, dove ho condotto programmi televisivi e scoperto la mia passione per la Tv, non solo come conduttrice ma anche come autrice e produttrice.
Poi arriva lโAmerica, un trasferimento per amore..
Il mio ultimo progetto teatrale in Italia รจ stato โA Chorus Lineโ, ed e` stato proprio quello show che ha cambiato il corso della mia vita.
Il direttore musicale dello show era un talentoso musicista americano, Albin Konopka, che nel giro di pochissimo tempo รจ diventato mio marito e padre della mia meravigliosa figlia Carolina di quasi 26 anni.ย Ho avuto una carriera molto intensa e mi sono sempre messa in gioco. Anche se sono sempre rimasta nel mondo dello spettacolo, ho sperimentato diversi aspetti del business, esplorando e crescendo professionalmente.ย Il fatto poi che conduco un programma televisivo in lingua inglese spiega esattamente come amoย buttarmi in nuove sfide.ย Non sarei chi sono oggi se non avessi avuto il mio passato professionale.ย Lโesperienza americana mi insegna ancora oggi che il talento ed il lavoro sono apprezzati e rispettati.
Qual รจ la differenza tra la televisione americana e quella italiana?
La prima cosa che mi viene in mente sono i tempi. LโItalia ama i programmi con tempi lunghi, mentre qui i programmi durano massimo 45 minuti. In Italia amiamo conduttori con gli accenti stranieri mentre in America รจ difficile, se non impossibile, andare in televisione se non hai un vero accento ย americano. Pensa che in italia una volta mi hanno chiesto se potevo parlare con lโaccento americano un pรฒ stile Joe Bastianich o il mitico Don Lurio.ย In Italia cโรจ piรน sponaneitร e autenticitร nella conduzione, in America i tempi sono prestabiliti e rigidi
Conosci bene il mondo dei cooking show il cui fenomeno ha inizio proprio negli Stati Uniti. Cosa pensi di una certa sovraesposizione mediatica che ha toccato la categoria degli chef ?
Un pregio probabilmente รจ che alcuni di questi programmi, tipo Brindiamo! hannoย sensibilizzato il pubblico a voler scoprire una cucina autentica legata ad un territorio con delle forti ย tradizioni culinarie. Oggi perรฒ ci sono troppi programmi che puntato sulla โspettacolarizzazioneโ dello show piuttosto che sui veri contenuti, pertanto diventano ostentati e terribilmente finti.ย Che senso ha avere programmi che premiano lo chef che taglia le patate piรน velocemente? O programmi come โWorst cooks in Americaโ?ย Lโaspetto piรน triste รจ vedere queste celebrities chef, comportarsi in modo sgarbato e volgare nei confronti dei loro concorrenti, immagino per fare piรน audience.
Oggi assistiamo a programmi con conduttori televisivi che si permettono di dire: โ Io sputo nel piattoโ(vedi Joe Bastianich in Master chef Italia) โil piatto fa caโฆโ (Carlo Crocco Master chef Italia), senza tenere conto che tutto questo atteggiamento va non solo a sacrificare una qualitร televisiva di produzione, ma imbruttisce anche un argomento che dovrebbe essereย rispettato. Ricordate quando le nostre nonne ci dicevano di baciare il pane prima di buttarlo, perchรจ ci sono tantissimi bambini nel mondo che non hanno cibo ?ย Ecco, se solo rispettassimo quel principio magari non lanceremmo piatti e offenderemmo il cibo che รจ frutto di fatica e lavoro. Peccato sprecare lโopportunitร di avere programma televisivo solo per unaย spettacolarizzazione volgare sul cibo mentre si potrebbe utilizzare quella opportunitร per educare e sensibilizzare al cibo.
Che impatto hanno avuto i social media nella tua carriera e nel mondo della televisione in generale?
Non sono mai stata una grande โfanโ dei social,ย ho sempre pensato che con il passare del tempo avrebbero abbassato la qualitร ย del prodotto finale. I social dovrebbero essereย complementari alla carriera ma non funzionali.ย Hanno la funzione di integrare nel momento in cui fanno da eco al lavoro che fai, in termini di audience, ma il problema รฉ che purtroppo sono diventati contenitori facili e piattaforme ย pret- ร - porter per chi vuole cimentarsi in professioni come il fotografo, il cameraman il giornalista.
Oggi siamo al paradosso: chi scrive un post pensa di essere un giornalista, chi pensa di essere un conduttore televisivo perchรจ fa un live su facebook, chi crede di essere un fotografo perchรจ ha un telefonino e si fร un selfie;ย si diventa influencer con un paio di post su instagram che invitano ad acquistare un prodotto piuttosto che un altro.ย I social hanno dato unโ opportunitร ad alcuni che dal nulla hanno costruito una carriera e hanno fatto fortuna. Sono in pochi e sono stati abili.ย Nel mio caso, ho iniziato seriamenteย ad usare instagram quando Brindiamo! ha debuttato su Amazon Prime (Ottobre 2018) e avevo lโesigenza diย diffondere il programma a livello internazionale ( 69 paesi nel mondo ). Lo uso come strumento di diffusione del mio lavoroย e non di produzione. Questโultima, รจ affidata al talento di fotografi e cameraman professionisti che hanno come obiettivo la qualitร .
Quali sono le prossime sfide di Ornella Fado?
Il 2020 รจ lโanno del quindicesimo anniversario della prima messa in onda di Brindiamo! e mi piacerebbe celebrarlo ย con un libro, un dietro le quinte di Brindiamo! con le ricette che ho raccolto in questi anni, le interviste e le storie degli chefs e dei ristoratori, insieme alle bellissime foto dei mie fotografi sul set.ย Mi piacerebbe fare un documentario per raccontare questi ultimi anni legati alla ristorazione italiana in America, intervistandoย i vari interlocutori, italiani e non, che in questi anni sono stati testimoni dellโevoluzione della cucina italian a New York.ย Ritornando ai social, sto testando un progetto interessante su Instagram: โExperience Italy One Bite At The Timeโ conย lโobiettivo doffrire delle gift cards con uno sconto speciale.
Liliana Rosano vive e lavora negli Usa per Donne sul Web scrive di politica americana con interviste mirate a personalitร della politica e economia.