Il luogo è stretto tra il Po e gli Appennini. Il grande fiume che unisce (tutto si assomiglia oltre le due sponde) e i monti che dividono: oltre c’è davvero un altro mondo. In questo luogo che è Parma, fagocitato dalle nebbie, si muove timido il commissario Soneri. Un personaggio sgorgato dalla penna di Valerio Varesi, giornalista e scrittore, poi trasportato sul piccolo schermo da Luca Barbareschi. Personaggio da noir, tra delitti e scavi psicologici. “Il registro narrativo che mi è più congeniale”, dice Varesi. Un genere letterario uscito dal confino, oggi lo studiano le università, le grandi casi editrici lo hanno nobilitato. Eppure nel frattempo la letteratura ha perso spessore, inquinata dalla tv commerciale, da premi dall’esito programmato. Un declino della qualità, dice Varesi, che confonde anche i grandi lettori, meno contaminati dalla superficialità, “in un mondo che pretende velocità, mentre l’arte chiede lentezza, riflessività, pazienza”. Varesi ha al suo attivo 14 romanzi, 5 raccolte di racconti. Prolifico, pluripremiato. Ma pessimista. “Andiamo sempre di più verso la semplificazione”. E invece… “Invece la letteratura avrebbe bisogno di un disinnesco della peste del linguaggio, come la chiamava Italo Calvino: un’opera di difesa lessicale della lingua”.
Partiamo dal genere letterario. Perchè il noir?
E’ un tipo di narrazione che si presta a scavare nella realtà. A partire dagli Novanta si è affrancata dal marchio che le era stato attribuito da una critica un po’ vecchiotta: letteratura di serie B. E’ diventato uno strumento di rappresentazione del mondo di oggi, con i suoi travagli. Gli scrittori noir hanno una cura lessicale e stilistica che non è inferiore a quella della letteratura alta. E questo genere è diventato oggetto di studio, nelle università, anche come romanzo sociale.
A chi ha pensato quando ha creato il commissario Soneri?
E’ un personaggio caratterialmente simile a me. Poi mi sono ispirato anche a un capo della squadra Mobile di Parma: atipico, non appariscente, timido, capace di interpretare una realtà complessa come quella di una città di provincia. Molto diverso dal clichè del poliziotto sbruffone che sfonda le porte a calci.
Nei suoi libri ci sono elementi ricorrenti. La nebbia. Il cibo. La complessità. Voleva anche raccontare un territorio?
Il paesaggio fa da correlato oggettivo a Soneri. Una porzione d’Italia. Con il Po che è anche un luogo franco, dove si mischia di tutto, attività lecite e illecite: un luogo letterario. Dall’altra parte c’è l’Appennino, una catena di monti che segna un confine. Ma, mentre non ci sono grandi differenze tra i territori oltre le due sponde del fiume, l’Appennino divide: se lo superi trovi un altro mondo.
E’ d’accordo con chi ritiene che la storia della letteratura sia piena di talenti che non hanno ottenuto il successo che meritavano?
A Natale i libri più venduti sono stati quattro: 3 erano di cucina, 1 di astrologia. Uno scrittore di qualità raramente riesce a ottenere grande successo di pubblico, che si raggiunge con la facilità di lettura. Oggi abbiamo libri, ma anche fiction, che vent’anni fa sarebbero stati un prodotto per ragazzi.
C’è stato un declino della qualità?
C’è stato un declino dell’apprezzabilità della qualità, la televisione commerciale ha prodotto un involgarimento oggettivo dei gusti dei lettori.
E i premi letterari?
Più che premi all’autore sono premi all’editore. Tant’è che fino a pochi anni fa si sapeva prima chi vinceva. Adesso qualcosa si è mosso: l’anno scorso, quando ha vinto Antonio Pennacchi, non toccava a Mondadori. C’è stato un rimescolamento. Gli organizzatori si sono resi conto che rischiavano di perdere credibilità. Alcuni sono premi puliti, con giurie che cambiano di volta in volta. Altri sono premi pilotati.
Qual è il lettore più desiderabile per uno scrittore?
Quello che capisce esattamente quello che vuoi comunicare. La letteratura parla prima al cuore che alla ragione.
Natascia Ronchetti
9 maggio 2011
Anche io le ho viste tutte le puntate di Soneri, mi piace e mi appassiona troppo! Però su una cosa Varesi ha ragione, la qualità della scrittura oramai è diventata una cosa da pochi eletti! La gente preferisce leggere cose leggere e di poco impegno come i libri di cucina o di astrologia dimenticandosi che un bel libro, scritto bene non solo è più bello di una fiction ma ti fa sognare e volare con la fantasia molto più di un film!
Io ho visto tutte le serie del commissario Soneri, ma sinceramente non sapevo che fossero scritte da Varesi!