Il Movimento 5 Stelle ha ācambiato le dinamiche del potereā mentre il governo Renzi ĆØ unāoperazione āgattopardescaā: il presidente della Commissione di Vigilanza Rai (nonchĆ© grillino della prima ora) non ha dubbi. E sul servizio pubblico promette: āonline i compensi di conduttori e dirigentiā.
Roberto Fico, a un anno di distanza qual ĆØ il suo bilancio come parlamentare?
Ā Credo che lāingresso del Movimento Cinque Stelle in Parlamento abbia segnato un momento di forte discontinuitĆ rispetto al passato. Le dinamiche politiche sono cambiate: per la prima volta nella storia della Repubblica un movimento di cittadini, senza finanziamenti pubblici, strutture partitiche e la visibilitĆ mediatica tradizionale ha portato i propri rappresentanti alla Camera e al Senato con un risultato elettorale notevole. Nulla puĆ² essere piĆ¹ come prima e se penso a un bilancio penso a questo. Mai in Parlamento si era fatta una pubblica denuncia dellāinfluenza, neanche troppo nascosta, dei lobbisti allāinterno delle Commissioni. Mai un gruppo parlamentare aveva rinunciato ai rimborsi elettorali e ridotto stipendi e diarie per destinarli a un fondo per le PMI. E con il M5S il Paese ha ritrovato unāopposizione, tassello essenziale per gli equilibri democratici.
Ā A proposito: come va il fondo per le piccole e medie imprese?
Ā Il fondo centrale di garanzia per le Pmi, cui noi contribuiamo con le eccedenze dei nostri stipendi e diarie, ĆØ operativo dal 2000. Agisce a beneficio dell’economia reale favorendo lāaccesso alle fonti finanziarie delle piccole e medie imprese attraverso la concessione di una garanzia pubblica che si affianca e spesso si sostituisce alle garanzie reali portate dalle aziende. Il meccanismo di funzionamento del Fondo si basa sullāeffetto leva che moltiplica le risorse pubbliche: con 1 euro di dotazione aggiuntiva del Fondo al sistema delle imprese arrivano circa 20 euro di finanziamenti.
Il M5S ha portato in Parlamento molte donne e giovani. Come tutelare questo risultato?
Ā Credo sia necessario continuare a operare con la massima onestĆ intellettuale. Mi spiego: il Movimento non ha mai considerato le quote rosa, eppure abbiamo tantissime deputate. Non abbiamo avuto bisogno di inserire forzatamente i giovani nelle liste. Ci siamo semplicemente confrontati nelle riunioni e in rete e questo ĆØ il risultato. Quando ci sono libertĆ e reale partecipazione non cāĆØ bisogno di mettere paletti: si sceglie ciĆ² che ĆØ meglio per tutti senza operazioni di facciata.
Cosa pensa del governo di Matteo Renzi?
Ā Credo sia il frutto di unāoperazione politica di vecchissimo stampo e risponde perfettamente al pensiero di Tomasi di Lampedusa: āTutto deve cambiare perchĆ© nulla cambiā. Vedo un sistema di potere in evidente difficoltĆ che sta cercando in tutti i modi di sopravvivere: i l boom del M5S non poteva non avere ripercussioni. Hanno cambiato una faccia per dare un segnale di novitĆ , ma abbiamo tutti potuto constatare che si tratta di un governo farsa. Lupi, Alfano, Lorenzin, Orlando: lāItalia piomba ancora di piĆ¹ verso il baratro.
Ā Quali le proposte attuabili per far ripartire il Paese?
Ā Il reddito di cittadinanza e alle misure di sostegno alle piccole e medie imprese, ossatura del sistema economico italiano. Si dovrebbe poi procedere a una vera spending review che deve partire proprio da parlamentari e partiti: dimezzamento degli stipendi e restituzione dei rimborsi elettorali.
Ā Su cosa il M5S collaborerebbe con gli altri partiti?
Ā Su progetti di legge che realmente rispondano alle esigenze del Paese: non ĆØ stato questo il caso del regalo da 7,5 miliardi di euro alle banche private. Ci accusano spesso di non essere pronti al dialogo ma proprio la settimana scorsa la Camera ha approvato anche con i nostri voti il testo unico in materia ambientale che contiene importanti disposizioni in tema di reati contro lāambiente: uno dei firmatari ĆØ il nostro Salvatore Micillo.
Ā Qual ĆØ il suo bilancio come presidente della Commissione di Vigilanza Rai?
Ā Abbiamo intrapreso un percorso allāinsegna della trasparenza che sta portando i suoi frutti. Mai la Rai aveva dovuto presentare in Commissione documenti come la lista delle societĆ che intrattengono rapporti commerciali con lāazienda, uno dei āsegretiā meglio custoditi della storia della tv pubblica, o come gli stipendi a fasce dei dirigenti. Lo stesso piano industriale della Rai ĆØ stato presentato in diretta streaming: non era mai avvenuto prima. CosƬ i cittadini possono verificare, ed ĆØ un loro diritto, come lavorano la principale realtĆ culturale e informativa del Paese e la stessa Commissione. Ć come se avessimo acceso un faro sulla Rai per tutelare gli utenti del servizio pubblico. Le faccio un esempio: avevamo avuto notizia di un contratto da 750mila euro tra Rai e Comunione e Liberazione. La Rai avrebbe ottenuto lāesclusiva per le riprese del Meeting di Cl a Rimini: un accordo che non poteva essere giustificato in alcun modo. Dopo aver sollevato personalmente il caso e presentato quesiti ai vertici Rai il contratto non ĆØ stato piĆ¹ stipulato.
Ā Cosa non dovrĆ mancare al nuovo contratto di servizio Rai?
Ā Sul fronte della trasparenza la Rai sarĆ tenuta a rispettare la normativa vigente e quindi pubblicare sul proprio sito i curricula e i compensi lordi percepiti da dirigenti, collaboratori e consulenti, e da conduttori, consulenti e collaboratori di tutti i programmi. Alle persone con disabilitĆ va assicurato un servizio pubblico completo e non dimezzato come ora: quindi, per esempio, la Rai dovrĆ entro il 30 novembre 2014 sottotitolare tutte le edizioni di TG1, TG2, TG3. Infine i conflitti di interesse: non potrĆ essere commissionata a societĆ di produzione detenute da agenti dello spettacolo la produzione di trasmissioni Rai in cui siano presenti gli artisti da loro rappresentati. Questo varrĆ anche per le societĆ di produzione che fanno capo agli artisti stessi.
Ā A proposito di tv: qualcosa ĆØ cambiato nel M5S.
Ā Stiamo andando molto di piĆ¹ in tv, ĆØ vero. Quando incontravamo le persone in agorĆ pubbliche ce lo chiedevano a gran voce, quindi abbiamo deciso di provarci e sta andando bene. Ma ĆØ un mezzo che facilmente fagocita e dobbiamo stare attenti. Il modo di fare info-tainment ad esempio ĆØ molto discutibile: frasi spezzate rubate per strada, i tempi dei talk show. Spesso si trascurano i contenuti e le riflessioni mentre forse sarebbe opportuno tornare in certi casi a una tv piĆ¹ lenta, ma intellettualmente piĆ¹ onesta, che faccia informazione e non voglia solo strappare punti di audience.
Ā Il calo dei consensi paventato da alcuni sondaggi vi preoccupa?
Ā Prima delle politiche i sondaggi ci davano tra il 15 e il 18%. Siamo entrati in Parlamento con il 25%.
Ā Quali sono le prossime sfide del movimento?
Ā A maggio ci sono le europee, consultazioni importantissime che potrebbero segnare un momento di svolta anche nella politica nazionale. Dobbiamo mettere in atto una riflessione sullāEuropa, non si puĆ² aspettare ancora. Vogliamo promuovere un vero cambiamento culturale nel Paese e restituire le istituzioni ai cittadini: lobby e mestieranti della politica devono uscire dai Palazzi.
Ā E lāItalia dovrebbe uscire dallāEuropa?
Ā Dobbiamo necessariamente ripensare lāidea stessa di Europa, ĆØ il primo step. Cosa sappiamo veramente di Unione europea o di Bce? Se ne discute sempre in modo superficiale, non rendendo partecipi i cittadini delle decisioni rilevantissime che si prendono a Bruxelles con conseguenze enormi nel nostro quotidiano. Il MoVimento 5 Stelle entrerĆ in Europa per cambiarla, renderla democratica, trasparente, con decisioni condivise a livello referendario. E dovremmo ridiscutere tutto: dal fiscal compact al trattato di Lisbona.
Ā M5S e Beppe Grillo sono spesso sinonimo di polemiche mediatiche. āStrillareā meno aiuterebbe? CāĆØ una questione di democrazia interna?
Ā Credo che gli italiani capiscano benissimo e vadano alla sostanza dei fatti altrimenti il MoVimento non sarebbe in Parlamento. Ci sono a volte modalitĆ espressive che possono non piacere e lo comprendo. Non vedo perĆ² problemi di democrazia interna per il movimento. Come dice il mio collega Nuti: āSiamo i campioni mondiali di riunioniā. Ci incontriamo, affrontiamo i problemi, se ci sono posizioni divergenti cerchiamo di capire come risolvere. lo facciamo in Parlamento, dove ci riuniamo almeno una volta a settimana e se necessario anche piĆ¹ spesso, sui territori con le agorĆ pubbliche e gli incontri dei meetup e in rete sui forum e le consultazioni online, esperimento di democrazia diretta che non ha pari.
Ā Eppure si ĆØ appena consumata la questione degli espulsi dal gruppo 5 Stelle al Senato ā¦
Ā Come parlamentari discutiamo dei provvedimenti allāordine del giorno e di questioni interne. Non ci siamo mai risparmiati: le nostre riunioni sono lunghe e approfondite e tutti hanno il diritto di intervenire. Tutti hanno anche il dovere di intervenire se hanno dubbi su una decisione del gruppo o non si trovano dāaccordo con unāiniziativa. Se il dissenso cāĆØ, come ĆØ naturale, puĆ² manifestarsi tranquillamente all’interno del nostro gruppo. Se, perĆ², qualcuno decide di non prendere mai parte a questi momenti di dialogo, se preferisce guardare tutto con malafede e poi sfogarsi tatticamente a favore di telecamere o taccuini, non mi sembra una manifestazione di dissenso: ha molto piĆ¹ il sapore della coltellata alle spalle.
Giornalista, attivista e campaigner, ha collaborato con le piĆ¹ importanti testate italiane Per Donnesulweb si occupa di economia, politica, attualitĆ e impresa donna. Vive e lavora a Roma.