Sette anni di pratica, in ambito civile, a Ravenna, sua città natale. Poi la svolta, con l’organizzazione di un evento rivolto ad avvocati e l’incontro con uno degli studi legali più grandi del mondo, Clifford Chance, in Gran Bretagna, che cercava il market manager per l’Italia. Era il 1999, anno in cui Paola Parigi, avvocato, ha cominciato a cimentarsi, da vera pioniera, con una nuova professione: la consulente di comunicazione e marketing per gli studi legali.
Prima di tutto in cosa consiste il suo lavoro?
Per sintetizzare posso rispondere che aiuta gli avvocati a comunicare all’esterno chi sono e cosa fanno, a farsi conoscere e a migliorare la propria reputazione, così come ad analizzare il proprio lavoro, la clientela e un mercato oggi molto competitivo. Aiuto gli studi legali a costruire modelli attraverso i quali raccogliere informazioni sul proprio target di riferimento, sulla propria redditività e sulle strategie di consolidamento o crescita. Li aiuto a rispondere ad una serie di domande: chi sono i miei potenziali clienti, dove si trovano, come entro in contatto con loro, come possono avere informazioni su di me, se mi chiama un giornalista come rispondo? Oppure: chi sono i miei clienti, quanto mi rendono, quanto mi costano, sono soddisfatti, torneranno, come sviluppo il lavoro con loro? Li aiuto a verificare come aumentare il fatturato, come realizzare il proprio sito, come presentarsi ai clienti.
In Italia possiamo considerarla una nuova professione? E qual è, sotto questo profilo, la situazione all’estero?
In Italia la professione esiste da 10 anni ma riguarda un numero ancora esiguo di persone.
In linea di massima, tutti gli studi molto grandi normalmente arruolano nelle loro fila un manager che si occupa del marketing, ma, molto spesso con un ruolo più operativo che strategico. I free lance che, come me, offrono i propri servizi di consulenza direttamente agli studi, sono ancora pochissimi. All’estero la professione è più conosciuta e anche accettata, mentre da noi c’è ancora curiosità e una certa diffidenza. Ma la situazione non è comunque tanto diversa: i grandi studi hanno marketing manager interni e i free lance sono pochi e molto specializzati.
Esistono scuole o strutture di formazione specifiche?
Ancora no. L’attività richiede una miscela formativa che include la dimestichezza con l’attività concreta degli avvocati (per questo essere stato praticante o avvocato non guasta), ma anche competenze economico-strategiche tipiche delle professioni economico-finanziarie, oltre alle più generali competenze di marketing che però vanno interpretate e calate in un contesto piuttosto tradizionalista e refrattario.
Il marketing che serve è infatti quello strategico mentre sul piano operativo il cosiddetto “mix” a disposizione dello studio legale è piuttosto scarso: si limita a newsletter, relazioni con la stampa, web, eventi, brochure o presentazioni su misura per clienti potenziali.
Che consiglio darebbe a un giovane avvocato che desidera cimentarsi con questa attività?
Se intendiamo un giovane avvocato che voglia formarsi per intraprendere l’attività di consulenza in questo senso, sicuramente consiglio un’esperienza all’estero o nell’ufficio marketing degli studi internazionali.
Se invece intendiamo un giovane avvocato vuole sapere cosa fare per promuovere la propria attività il miglior consiglio che posso dargli è di chiamare me!
Natascia Ronchetti
28 febbraio 2011