Nuovo strumento per accrescere la competitività del Paese e stimolare la ricerca
5 gennaio 2010
Il Ministero dello Sviluppo Economico mette il turbo all’innovazione delle imprese lanciando una nuova formula di "contratti di innovazione tecnologica" che, attivando investimenti per circa 2 miliardi di euro, favorirà la ricerca applicata e stimolerà nuove opportunità di lavoro per migliaia di ricercatori. Il Ministro dello Sviluppo Economico, Claudio Scajola, ha firmato il decreto ministeriale che dà via libera ai nuovi "contratti di innovazione tecnologica", arricchendo ulteriormente la gamma di opportunità messe a disposizione dal dicastero a favore dell’innovazione.
"Eccellenza, rigore e risultati in tempi certi sono le parole d’ordine su cui abbiamo puntato nei `contratti di innovazione’ per consentire alle imprese italiane di conquistare nuovi traguardi nelle produzioni e nei servizi ad alto valore aggiunto", ha spiegato il Ministro Scajola. "Siamo convinti che questo nuovo strumento aggiunga un altro elemento importante al quadro della rinnovata alleanza strategica tra imprese, sistema bancario e Stato per il rafforzamento della competitività del Paese" ha aggiunto il ministro ricordando che "i progetti finanziati potranno avere una durata massima di 3 anni". Si tratta di progetti innovativi "fuoriserie", di importo superiore a 10 milioni di euro, che si realizzeranno attraverso le partnership tra pubblico e privato grazie ad un processo di negoziazione. Le risorse disponibili per il finanziamento di questo nuovo strumento, in grado di consentire alle imprese un volume d’investimenti pari a circa 2 miliardi di euro, permetteranno ad oltre 30 mila ricercatori di lavorare per agganciare le sfide tecnologiche del prossimo futuro. Il decreto del Ministro dello Sviluppo Economico fissa un iter dettagliato e tempi molto stretti per l’attivazione di un "contratto di innovazione". In sostanza le imprese e gli enti di ricerca sottoscrivono un accordo con la controparte pubblica; lo stanziamento avverrà attraverso una combinazione di prestito agevolato e contributo diretto alla spesa; passeranno solo 4 mesi dalla presentazione del progetto di massima all’approvazione del piano definitivo. Il finanziamento pubblico sarà affiancato da un finanziamento bancario ordinario a tasso di mercato, a garanzia della validità dell’investimento proposto dalle imprese. Il finanziamento pubblico agevolato potrà arrivare a coprire fino all’80% dei costi, mentre nelle regioni del Mezzogiorno il contributo diretto alla spesa potrà arrivare fino al 40 % per le piccole imprese e per gli organismi di ricerca, al 30% per le medie imprese e al 20% per quelle grandi. La combinazione specifica di modalità e intensità agevolative verrà definita per ciascun progetto durante la fase negoziale. Nelle regioni del Mezzogiorno potrà essere utilizzata anche la sola modalità del contributo diretto alla spesa. Per il finanziamento pubblico agevolato si potrà contare su una prima dote di risorse finanziarie pari a 1 miliardo di euro, a valere sul `fondo rotativo per il sostegno alle imprese e gli investimenti in ricerca’ costituito presso la Cassa Depositi e Prestiti. Altre risorse saranno messe a disposizione del Mezzogiorno con una più significativa incidenza di risorse riservate ai contributi diretti alla spesa. Informazioni più dettagliate riguardanti le modalità di partecipazione per le imprese, riferimenti normativi e modulistica sono disponibili nel sito della Direzione Generale per l’Incentivazione delle AttivitàImprenditoriali, Fondo per l’Innovazione Tecnologica: http://www.incentivialleimprese.it/46/. C
Fonte:MSE