Tre mamme e cinque bambini: un’equazione che, invece di portare al prevedibile immobilismo diventa un mix di creatività . Donne, mamme e, come sempre più spesso accade, imprenditrici che hanno deciso che l’unico modo – o il migliore – di essere donne e professioniste sia quello di unire le forze.
È il caso di Arianna, Federica e Valentina. Nel 2009 hanno prima creato mercatinodeipiccoli.com, blog nato dalla passione per oggetti di “design” e idee dedicate al mondo dei più piccini – e al gusto dei genitori – e nel 2013 hanno lanciato l’e-shop The lil Market, dove è possibile acquistare molti prodotti recensiti sul blog e selezionati dalle tre socie. E dai loro bambini, che sono i primi a testare i prodotti trovati dalle mamme blogger. “Sono i genitori a comprare, certo”, spiega Arianna. “Ma è bene che la selezione sia allargata. Noi tre abbiamo gusti diversi e chiediamo ai nostri figli se un prodotto che abbiamo trovato piace loro o meno. Ci sono oggetti che io non avrei mai preso per lo shop e che invece funzionano”. Non solo: in questi giorni le tre socie celebrano anche la creazione di una linea di oggetti di design: degli adesivi lavagna giganti disegnati da Arianna.
“È solo l’inizio”, dicono con un sorriso. La giornata di queste tre mamme è la rappresentazione plastica del multitasking tipico del genere femminile: “Dovrebbe essere fatta di 48 ore, altro che 24!”, ironizza Federica, “che si riducono a 4 con i bambini”. Federica “Meelat” cura il lato business dell’impresa, Arianna “Akari” si occupa di marketing, tech e grafica e Valentina “Moma” cura i contenuti.
Questa è la storia di una sfida, di quelle tutte al femminile che fanno muovere l’Italia anche in questa infinita congiuntura di crisi. E di una scommessa. Perché, a voler contestualizzare, il Mercatino dei Piccoli nasce nel 2009, a pochi mesi di distanza dal collasso della Lehman Brothers. E per il 2013, quando ha visto la luce The Lil Market, certo non si può parlare di ripresa.
L’idea nasce da una cena a tre, con Arianna incinta allora della piccola Gaia, mentre il primogenito Alessandro aveva due anni, Margherita, la figlia di Federica, aveva tre anni, e anche Valentina aveva due bimbi piccoli, Leonardo 3 e mezzo e Giulio, un anno e mezzo. “Arianna aveva un lavoro, io e Valentina no, ma tutte volevamo realizzare qualcosa di nostro e lavorare insieme”, prosegue Federica. Come? “Sfruttando l‘idea di essere mamme. Ma senza usare la parola ‘mamma'”. Già , perché “anche noi avevamo scoperto quel mondo sterminato fatto di forum, siti, blog, community di mamme e per le mamme. Un vero e proprio mondo a parte”, sorride Arianna. Che, da web designer, si diverte da sempre a scovare oggetti originali e introvabili e condivide la sua passione con coloro che sono poi diventate le sue socie.
“L’idea era quella di creare uno spazio di scambio di abbigliamento, giochi, oggetti ma anche consigli e idee creative per bambini“, prosegue Arianna. “È così che abbiamo lanciato il blog”, continua Federica. “Volevamo creare una community e metterci in gioco facendo però qualcosa di diverso. Non ci andava di parlare della nostra vita o dei nostri figli, ma dei nostri gusti. Cercavamo cose per noi e condividevamo le nostre scoperte con la community che man mano si è creata”.
Proponendo a mamme e papà prodotti di qualità e originali, Arianna, Federica e Valentina si inoltrano in un settore che fa i conti con la crisi da un punto di vista tutto particolare. Il blog cresce e si inserisce in una serie di network: Donna Moderna, Familiaria, Mamma Felice. Non tutto fila liscio, certo. “Abbiamo incontrato l’umanità più varia”, chiosa Federica. Fornitori non sempre onesti, sviluppatori che scompaiono dopo aver incassato i soldi per un lavoro mai realizzato. “Ci è capitato di essere ingenue”, continua Arianna. “E spesso ci siamo chieste anche se andare avanti o meno”. Ha vinto il motto “chi fa da sé”: “Dopo quella storia non abbiamo cercato un nuovo sviluppatore ma Arianna, che si è messa a studiare”, scherza Federica. “Sono una web designer, quindi conosco elementi di programmazione. E poi mi piace, quindi ho cominciato ad approfondire per conto mio”.
L’esperimento del Mercatino dei Piccoli arriva ad una svolta nel settembre 2011, quando le tre socie, forti della visibilità e della credibilità guadagnate, sperimentano sul sito le vendite a tempo. “È stato un passaggio naturale”, dice Federica. “In molti ci scrivevano per sapere dove trovare i prodotti spesso di nicchia da noi recensiti o ce li ordinavano direttamente”. Perché quindi non offrire la possibilità di acquistare prodotti magari a prezzo scontato per tempo limitato? “Abbiamo fatto un accordo con una piccola selezione di fornitori e l’esperimento, realizzato contando solo ed esclusivamente sulle nostre forze, è andato bene”, spiega Akari.
I temporary shop funzionano anche in tempi di crisi e con offerte limitati. “Non è possibile scontare più di tanto prodotti lavorati con tutta una serie di attenzioni, perché altrimenti poi non se ne percepisce la qualità ”, avverte Arianna. “Scegliamo i pezzi da artigiani che con noi entrano in un circuito economico che funziona. Ci piace molto dare la possibilità a brand non noti di farsi conoscere con prodotti spesso mai visti”.
Arianna, Valentina e Federica scovano nel tempo chicche internazionali ed eccellenze del made in Italy. Gli utenti reagiscono bene e nel 2012 nasce lo shop The lil market, che mira ad allargare il business a livello internazionale. “Offriamo anche prodotti dai costi elevati: oggetti di decoro magari non essenziali ma che comunque trovano mercato”, dice Arianna. Insomma: quando ci sono di mezzo i bambini l’onnipotente forza della crisi può anche impallidire. “Oggi più che mai si spende e si è disposti a fare dei sacrifici per prodotti come questi. Scelti da noi facendo attenzione alla cura e all’etica, realizzati con materiale sostenibile, vernici non tossiche e in condizioni lavorative certificate”, dice Federica. “I genitori cercano di dare ai figli il meglio. E poi noi proviamo sempre a proporre oggetti reversibili, che si possano trasformare e usare anche quando i bambini crescono”, aggiunge Arianna.