Cinque secoli, diciassette generazioni hanno trasformato una delle famiglie più importanti siciliane, la famiglia Planeta, in un’azienda che ha trainato il vino dell’Isola verso l’apertura internazionale attraverso un cambiamento radicale nella comunicazione e nel marketing.
Definita la “signora del vino” Francesca Planeta è parte della generazione del cambiamento.
A Donne sul web ha raccontato come l’azienda Planeta è diventata oggi molto di più di una realtà importante nel settore vinicolo, veicolando un’immagine della Sicilia tradizionale e contemporanea, capace di essere produttiva, professionale, senza rinunciare alle proprie radici.
E alle giovani imprenditrici consiglia: oltre essere energiche e consapevoli, bisogna puntare fortemente sulla propria identità e sui valori che definiscono la propria azienda, ma farlo guardando sempre avanti, usando un linguaggio contemporaneo e tenendosi pronte a cogliere le sfide del futuro.
E’ stata definita la “Signora del vino” ed è protagonista, insieme ad altre donne siciliane, della scena enologica siciliana che vede, negli ultimi 15 anni o più, le donne come protagoniste in un mondo che era di esclusivo dominio maschile. Come spiega questo cambiamento culturale e professionale in Sicilia?
È vero che questo è un mondo ancora prevalentemente dominato dagli uomini, e io in particolar modo sono cresciuta in una famiglia con importanti figure di riferimento maschili. Ma moltissimi sono anche le figure di riferimento femminili, che da sempre arricchiscono con la loro sensibilità e la loro capacità di visione lo sviluppo di questo settore.
Non è un caso che nel mondo del vino – e non solo in Sicilia – ci siano sempre meno pregiudizi nei confronti del ruolo delle donne: penso che questo avvenga perché qui il valore umano è fondamentale, come quello della terra. Per quanto ci riguarda, le donne hanno un ruolo fondamentale della nostra azienda: oltre a me, moltissime posizioni di responsabilità sono affidate alle donne, dall’enologia alla direzione dell’export e degli hotel all’intero ufficio marketing e comunicazione.
Da 17 generazioni, da cinque secoli, la sua famiglia, è indiscussa protagonista di un forte cambiamento all’interno del mondo del vino siciliano che ha portato ad un processo di internazionalizzazione della vostra azienda trainando anche il vino siciliano in generale, che grazie anche a voi si è fatto conoscere all’estero. Quali sono state le strategie che hanno portato a questo risultato?
La nostra è una famiglia di proprietari terrieri e agricoltori da tantissime generazioni e prima il vino era solo una delle nostre attività. Ma è partendo da questa lunga esperienza e in particolare da quella di mio padre Diego, che io e i miei cugini Alessio e Santi abbiamo dato vita alla cantina di famiglia.
Credo che il filo conduttore di questa storia e ciò che ci ha consentito di aprire nuove strade, sia stata l’ostinazione di puntare sull’evoluzione, con un approccio sempre orientato all’apertura, all’innovazione: laddove troppo spesso il mondo agricolo si è rinchiuso in vetusti schemi di consuetudini sociali e pratiche produttive, noi abbiamo piuttosto ereditato, di generazione in generazione, un istinto proteso a cambiare e a generare cambiamenti positivi intorno a noi, nella cultura e tra le persone.
Per questo abbiamo fondato il nostro progetto sulla possibilità di viaggiare in Sicilia come in un grande continente del vino, fondando le nostre tenute in cinque diversi territori da ovest a est – Menfi, Vittoria, Noto, Etna, Capo Milazzo – cercandone una nostra interpretazione attraverso la ricerca sui vitigni autoctoni, compresi quelli ormai dimenticati, e sull’adattabilità dei diversi terroir ad accogliere anche i vitigni internazionali.
Come è cambiata la comunicazione nel mondo dell’enologia?
Sicuramente nel corso degli ultimi 10 o 15 anni si sono moltiplicati canali attraverso cui è possibile approfondire la propria conoscenza sui vini, mi riferisco a blog di giornalisti o intenditori, come anche giornali on line specificatamente dedicati a questo settore, oltre ad app dove la comunità dei winelover si confronta. Ciò ci pone davanti ad un consumatore molto più attento, informato, che arriva allo scaffale credendo di avere già le idee molto chiare su ciò che desidera.
Questo pone di continuo le aziende di fronte alla sfida di raccontare le storie e i valori, oltre alle specifiche scelte produttive che rendono unici i nostri prodotti: costruire attentamente e consolidare nel tempo la propria presenza sul web e attraverso i canali dei digital media, con una comunicazione fortemente identitaria ed efficace, è dunque assolutamente indispensabile.
A questo si aggiunge la componente sempre più importante che riguarda l’esperienza dei luoghi in cui i vini nascono, che ne veicolano tradizione, storia e identità specifiche. Anche per questo abbiamo scelto di puntare così fortemente sull’accoglienza in Sicilia e sulla possibilità, per i nostri ospiti, di visitarci facendo diversi tipi di esperienze legate al vino, alcune anche molto specifiche e dedicate a chi ha maggiore conoscenza e competenza.
Ad oggi riceviamo ogni anno circa 15 mila visite in cantina e ognuna delle persone che viene a trovarci e vive un’esperienza con noi diventa il nostro primo ambasciatore, con un effetto moltiplicatore di grande importanza per il brand.
Come donna siciliana, che consigli si sente di dare alle giovani imprenditrici che vogliono investire nel settore enologico?
Proprio per questo consiglio alle giovani imprenditrici, oltre che di essere energiche e consapevoli, di puntare fortemente sulla propria identità e sui valori che definiscono la propria azienda, ma farlo guardando sempre avanti, usando un linguaggio contemporaneo e tenendosi pronte a cogliere le sfide del futuro.
Planeta porta avanti non solo una tradizione enologica ma anche culturale legata ad un concetto di Sicilia che sa essere tradizionale e contemporanea. Tutto questo grazie anche a La Foresteria, il vostro wine resort. Cosa apprezzano di più i vostri ospiti internazionali ?
L’ospitalità è connaturata alla nostra mission e del resto appartiene ai nostri valori familiari. le nostre cantine non sono mai state solo spazi dedicati alla produzione del vino, ma luoghi dell’ospitalità, legati alla cucina, alla natura, alla cultura.
Il wine resort La Foresteria Menfi, con il suo Ristorante, le suites di Palazzo Planeta a Palermo e una vera e propria collezione di esperienze che è possibile fare nelle nostre cantine, tutti pensati su misura di ogni territorio e di ogni ospite, compongono il nostro sistema di ospitalità.
La nostra idea è quella di rappresentare una vera e propria “porta di ingresso” alla Sicilia e alla sua interpretazione più autentica e questo è già ora ciò che i nostri ospiti internazionali apprezzano più di tutto, insieme alla possibilità di trascorrere il loro tempo in luoghi in cui percepiscono grande attenzione alla bellezza, all’estetica, all’armonia col paesaggio, al racconto della tradizione e all’atmosfera di una vera ospitalità familiare.
Quanto il fattore donna ha contribuito al cambiamento delle aziende vinicole siciliane?
In realtà più che a un “fattore donna”, penso ai vantaggi che derivano da una gestione condivisa in cui ognuno – uomini e donne – può apportare un contributo diverso, anche in base alle proprie attitudini e alle proprie passioni. E’ il caso della nostra famiglia in cui, pur contando molti uomini e operando in un settore appunto ancora prevalentemente maschile, le risorse e l’apporto di tutti – uniti dalla condivisione di radici e valori familiari ma anche da un comune approccio aperto e internazionale – hanno contribuito a trasformare Planeta in una grande azienda.
Come sarà Planeta tra 20 anni?
Abbiamo configurato ormai abbastanza chiaramente il nostro progetto produttivo, che abbiamo costruito come un vero e proprio “viaggio” nella Sicilia continente del vino. Oggi produciamo i nostri vini dai quasi 400 ettari di vigneti che abbiamo piantato nei cinque territori della Sicilia in cui oggi siamo presenti: Menfi, Vittoria, Noto, l’Etna, Capo Milazzo.
Di ogni territorio abbiamo cercato una nostra interpretazione attraverso la ricerca sui vitigni autoctoni, compresi quelli ormai dimenticati, e sull’adattabilità dei diversi terroir ad accogliere anche i vitigni internazionali. Per questo oggi la nostra sfida diventa più che altro continuare a promuovere la riconoscibilità del vino siciliano nel mondo, fronte su cui siamo da sempre molto impegnati.
D’altra parte il mio personale obiettivo è anche quello di rafforzare fortemente l’integrazione tra il mondo del vino e dell’olio, quello dell’ospitalità e quello della cultura, che rappresentano tutte le nostre aree di attività, per far sì che tutti vedano davvero in Planeta un brand capace di rappresentare quell’Esperienza Sicilia che ci siamo dati la missione di raccontare e di far vivere.
Liliana Rosano vive e lavora negli Usa per Donne sul Web scrive di politica americana con interviste mirate a personalità della politica e economia.