Non sono dati positivi gli ultimi presentati dall’Istat sull’occupazione. In particolare quelli sui giovani registrano un record negativo: il 37% dei giovani italiani è disoccupato, il dato più alto dal 1992. Critiche alla Fornero, che a sua volta critica le politiche sul lavoro dei governi precedenti.
Arriva l’ennesimo record negativo in campo economico per l’Italia: analizzando gli ultimi dati Istat la disoccupazione giovanile si attesterebbe al 37.1%, il dato più alto dal 1992 in base alle serie trimestrali. Rispetto allo scorso mese i dati segnano un leggero aumento, dello 0.7%, mentre rispetto al Novembre 2011 si nota un aumento di circa cinque punti percentuale. Prendendo in esame i paesi europei, peggio dell’Italia fanno solamente paese a rischio default o quasi come Portogallo, 38%, Spagna, 56% e Grecia al 57%.
Record di disoccupati per i giovani che non riescono a trovare una qualche consolazione neanche dall’Unione Europea che inizia ad essere pessimista anche sul futuro dell’Italia considerando il belpaese come una trappola di povertà , un paese in cui si può entrare nella fascia cosiddetta di povertà avendo molte poche possibilità di riuscire ad uscirne. Infatti, si legge nel rapporto 2012 dell’Unione Europea, l’Italia si è inserita, insieme a Spagna, Grecia, Portogallo ed ai paesi dell’area baltica, in un gruppo che, secondo Bruxelles, dovrà soffrire ancora per molto visto che i dati in prospettiva non lasciano ben sperare, anzi sono sempre più cupi e suonano come un grido d’allarme. Ciò che però preoccupa nei vari paesi è che i giovani, tra i 15 e i 24 anni, che non hanno perso le speranze e continuano a cercare lavoro sono solo il 10,6%, troppo pochi.
Pubblicati anche i dati riguardo la disoccupazione a livello generale che non subisce grossi aumenti rispetto agli scorsi mesi e si attesta su livelli comunque troppo alti per un paese come l’Italia, all’11,1%. Cresce invece di quasi due punti percentuale rispetto al Novembre 2011, considerando i dati trimestrali, il tasso di disoccupazione è il più alto dal 1999.
Distinguendo per generi, la disoccupazione maschile si attesta al 10,6%, aumentando dello 0,1 rispetto ad Ottobre e del 2,2 rispetto a Novembre 2011. La disoccupazione femminile invece subisce un lievissimo calo rispetto allo scorso mese attestandosi al 12%, +1,2% rispetto allo scorso anno. Segna un altro record negativo invece il dato sull’occupazione maschile che scende fino al 66,3%, peggior dato dal 1992 ad oggi.
Dopo la pubblicazione dei dati, sicuramente la prima a dover difendersi, a causa delle molte critiche ricevute nell’ultimo anno, è Elsa Fornero, il ministro del Lavoro. L’economista piemontese ci ha tenuto a precisare con fermezza che non è affatto sua la colpa della situazione attuale ma, anzi, denuncia che questi dati allarmanti sono il frutto di anni ed anni di politiche sul lavoro e sociali sbagliate o completamente nulle. Il ministro continua inoltre dicendo che la Riforma tende proprio a contrastare la precarietà di uomini e donne e prova a diminuire la disoccupazione giovanile usando come mezzo l’apprendistato in particolare, ma specifica che comunque il lavoro non si fa a comando ma solo ricostruendo pian piano l’economia e la società in generale.
Critiche invece per il ministro Fornero dall’ex ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali Maurizio Sacconi il quale dice che invece gli ultimi dati sono fortemente condizionati dalla flessione economica e sociale aggravata poi dalla Riforma Fornero. Secondo Sacconi bisogna attuare il sistema di Marco Biagi con uno statuto dei lavori che aumenti la propensione ad assumere.
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