Il ministro dell’Economia, Fabrizio Saccomanni ‘boccia’ la cancellazione totale dell’Imu sull’abitazione principale e propone nove soluzioni per riformarla:
– ABOLIZIONE TOTALE IMU PRIMA CASA – Costa 4 miliardi, ha “scarsa” efficienza e impatto regressivo rispetto al reddito.
– AUMENTO DETRAZIONE DA 200 A 500 EURO – Costa da 1,31 a 2,72 miliardi, ha “media” efficienza e impatto progressivo rispetto al reddito.
– RIMODULAZIONE SELETTIVA ESENZIONE IMU SU PRIMA CASA – Diversi i parametri: misurata attraverso l’Isee, a favore dei soggetti in condizione di disagio economico. A
seconda dei parametri costa da 1 a 2,3 miliardi, efficienza “media”.
– SERVICE TAX – nuova imposta unica per accorpare Imu e Tares. Una soluzione che comporta “criticità per le famiglie a basso reddito e non proprietarie” risolvibili però con “correttivi che tengano conto di reddito familiare, status di inquilino, composizione del nucleo familiare”.
Si ipotizza un recupero di gettito da 2 a 4,3 miliardi.
– DEDUCIBILITA’ DELL’IMU PER LE IMPRESE – Costa 1,25 miliardi, ha efficienza media e presenta criticità per le imprese incapienti.
– RESTITUZIONE AI COMUNI GETTITO DA IMMOBILI A USO PRODUTTIVO CLASSIFICATI NEL GRUPPO CATASTALE D – Costa 4,66 miliardi, i profili di efficienza dell’imposta non cambiano per il contribuente.
– ABOLIZIONE ADDIZIONALE COMUNALE IRPEF E AUMENTO IRPEF – Costa 3,4 miliardi, i profili di efficienza netti sono complessi da determinare in misura puntuale così come gli effetti redistributivi complessi.
– SCELTA AI COMUNI – Si ipotizzano risorse aggiuntive pari a 2 miliardi, efficienza Imu e profili redistributivi invariati.
– ABOLIZIONE PRIMA RATA – Costa 2,43 miliardi, l’intervento proposto non affronta i problemi strutturali del prelievo immobiliare.
Le proposte di Saccomanni su Imu non sono piaciute al Pdl. Secondo Daniele Capezzone: “Le analisi, gli scenari e le simulazioni del Mef sono sempre utili per approfondire, ma ora è il tempo delle decisioni. L’Imu sulla prima casa va abolita.
Renato Brunetta, presidente dei deputati del Pdl, respinge il documento pubblicato sul sito del dicastero dell’Economia, perché, spiega, “non è più il momento delle rassegne; non è più il momento delle ipotesi. E’ ormai il tempo delle proposte: chiare politicamente, responsabili finanziariamente e utili per l’economia del nostro Paese. Ci auguriamo che arrivino quanto prima.
Renato Schifani, presidente dei senatori del partito, chiede invece al premier Letta di “mantenere gli impegni assunti” perché “la decisione di abolire l’Imu sulla prima casa è politica e spetta al governo assumerla e al Parlamento approvarla”.
Di segno opposto le dichiarazioni degli altri due partiti di governo Pd e Scelta Civica, secondo i quali le proposte di Saccomanni sono “l’occasione per imprimere una svolta alla discussione sulla riforma del fisco immobiliare”.