Mps ha fatto segnare il risultato peggiore tra gli istituti bancari europei agli stress test europei. Però il suo piano di salvataggio è stato approvato, almeno informalmente, e parte dei crediti insoluti sono stati venduti.
Venerdì 29 luglio è stata una giornata critica per le banche europee: come si era ampiamente preventivato in particolare è stata l’italiana Monte dei Paschi di Siena ad uscire malconcia dagli stress test dell’Eba, comunicati a mercati chiusi. Mps è, tra le maggiori banche europee, quella in situazione più critica, cosa ampiamente prevista: la stessa Piazza Affari aveva anticipato il giudizio Eba con i significativi ribassi della settimana scorsa che avevano nuovamente portato il titolo al suo minimo storico.
Mps bocciata ma il piano di salvataggio è stato approvato dall’Europa
Se in caso di crisi sistemica alcuni istituti italiani reggerebbero molto bene (su tutti, Banca Intesa) Mps risulterebbe uno dei più colpiti. In estrema sintesi è questo il succo degli stress test appena pubblicati.
Non è una buona notizia avere un’ulteriore conferma che la solidità della banca senese non è delle migliori però in un quadro a tinte fosche è arrivata anche un’ottima news, anzi due. La prima è che la Bce ha approvato il piano di salvataggio della banca il quale viaggerà su due linee parallele: vendita di crediti per circa 9 miliardi netti tramite cartolarizzazioni (in gran parte assorbite dal fondo Atlante, già protagonista del salvataggio di Popolare di Vicenza e Veneto Banca) e ricapitalizzazione per oltre 5 miliardi (e qui i veri dubbi, riuscirà Mps a trovare sul mercato capitali così consistenti?). Un intervento tutto del mercato dunque, senza aiuti statali (per altro proibiti dalle normative vigenti).
Si parla di cifre molto corpose visto che l’attuale valore in Borsa della banca è ampiamente sotto il miliardo di euro (dal 2014 ha bruciato 8 miliardi di capitale). La vendita della prima tranche di crediti in sofferenza dovrà essere seguita da ulteriori alleggerimenti di queste voci presenti nel bilancio di Mps entro la fine del 2016, quindi la strada è ancora lunga ma è un buon primo passo.
Infatti, e qui la seconda buona notizia, questa mattina la Borsa sta premiando il titolo con un deciso aumento di quasi 5 punti percentuali (ovviamente una quota è anche di quella speculazione a breve termine che nel gioco del vendo-compro nel brevissimo periodo accumula guadagni, ma una parte, almeno si spera, è di chi crede nella rinascita della banca).
Le banche italiane migliorano rispetto al 2014
Un segnale positivo è quello del dato complessivo degli istituti italiani: rispetto al 2014 facciamo decisamente meglio, comprendendo anche la situazione critica di Mps.
Lo stato di salute delle banche si misura dal loro patrimonio e da come potrebbe reggere in situazioni di grave crisi economica (quello che appunto simulano gli stress test bancari). Il patrimonio di una banca è la sua liquidità di cassa e il suo patrimonio mobiliare e immobiliare e va valutato rispetto anche ai soldi che le banche stesse hanno prestato e alla realistica possibilità di riavere quei crediti indietro (onde evitare lo scenario Montepaschi).
Nonostante questo miglioramento però l’estrema volatilità di Borsa rimane: nei minuti in cui scriviamo addirittura anche Intesa SanPaolo perde quasi il 2,5% nonostante sia uno degli istituti europei meglio usciti proprio dagli stress test. E questo dopo che in avvio era stata sospesa per eccesso di rialzo. L’emotività o la “banale” speculazione, oltre che i dati concreti, sono, purtroppo, spesso i veri motori dei listini.