La Legge di stabilità 2013 riduce il cuneo fiscale. Per le imprese assunzioni facilitate, per i lavoratori aumenta la busta paga fino a 232 euro.
Buone notizie per le aziende e i lavoratori dalla Legge di stabilità 2013 che ha avuto il via libera al Senato nei giorni scorsi. Il maxiemendamento presentato dalla Commissione bilancio e dal Governo Letta al testo dell’ex Finaziaria riduce il cuneo fiscale. Dunque aumentano per i dipendenti le detrazioni fiscali di lavoro e scatta per le imprese una deduzione IRAP in caso di assunzioni a tempo indeterminato che incrementano la base occupazionale. Vediamo nel dettaglio cosa cambia.
Più soldi in busta paga
I redditi minori, cioè quelli entro i 20 mila euro, saranno quelli che godranno di una detrazione IRPEF massima. La cifra potrà arrivare sino a 225 euro ma la detrazione riguarderà tutti i redditi compresi sino ai 35 mila euro (dopo tale soglia la detrazione si azzera). Secondo uno studio del CNA, con la Legge di stabilità 2013 chi incassa sino a 15 mila euro all’anno ora potrà detrarre fino a 1.570 euro, mentre prima la detrazione era di 1.338 euro. La differenza di 232 euro dovrebbe finire in busta paga.
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Deduzione IRAP
I datori di lavoro che assumono, a partire dal periodo di imposta 2014, del personale a tempo indeterminato (in modo da aumentare il numero degli occupati) potranno usufruire di una deduzione sulla base imponibile IRAP. La deduzione durerà per il periodo di imposta di assunzione e per i due successivi in misura pari a 15 mila euro per ciascun soggetto neoassunto. E’ importante sottolineare che l’agevolazione scatta solo se l’assunzione aumenta la base occupazionale rispetto al periodo precedente. Dunque l’ingresso di un nuovo dipendente deve avvenire in aggiunta e non in sostituzione di un altro lavoratore.
Rinforzi alla Camera
La riduzione del cuneo fiscale potrebbe essere ulteriormente rinforzata con il passaggio della Legge di stabilità alla Camera. Da più parti politiche, infatti, sono arrivate nei giorni scorsi dichiarazioni a favore di un dirottamento delle prossime risorse derivanti dalla spending review (il taglio delle spese di Stato superflue) verso la riduzione del costo del lavoro. Anche in questo caso a beneficiarne dovrebbero essere sia i lavoratori che le imprese.