Italia, deflazione e recessione: la crisi è finita?

Italia: deflazione e recessione sono ormai alle nostre spalle? Festeggiamo i primi dati economici positivi dopo molti mesi. Ma siamo certi che durerà?

Italia deflazione
Maserati staff member works at the Maserati car plant in Grugliasco, near Turin May 22, 2014. REUTERS/Giorgio Perottino (ITALY – Tags: TRANSPORT BUSINESS INDUSTRIAL)

Italia, deflazione e recessione stanno per diventare incubi da metterci alle spalle? Dai dati che sta pubblicando l’Istat parrebbe ci stiamo avviando in quella direzione, ma restano ancora dei grandi dubbi rispetto alle prospettive di medio-lungo periodo.

Deflazione e recessione: cosa sono?

La deflazione è il calo generale dei prezzi, è in contrario di inflazione. Recessione è invece la diminuzione del Pil (Prodotto Interno Lordo) che si verifica per almeno 2 trimestri consecutivi.

L’Italia ha vissuto un lungo periodo deflattivo: infatti sono state 4 le mensilità con segno meno, cioè con inflazione negativa. Inoltre anche il dato del Pil diventa finalmente positivo, anzi il migliore da 4 anni a questa parte.

Vedi anche: Che cosa significa recessione, i grafici di un’Italia in crisi.

I dati che fanno ben sperare

A maggio l’indice dei prezzi su base annua ha fatto registrare un +0,2% (era, come si diceva, ancora negativo in aprile, -0,1%). Questo dato è il più alto da sei mesi a questa parte e anche su base mensile, rispetto ad aprile, si verifica un +0,2%. A “rianimare” l’inflazione, secondo l’Istat, sono stati gli aumenti nelle tariffe dei servizi e dei trasporti.

Per quanto riguarda il Pil invece il trimestre gennaio-marzo 2015 ha visto una crescita dello 0,3% rispetto all’eguale trimestre 2014. Il dato è stato reso possibile da una parziale ripresa della domanda interna. Certo fa molto pensare (e fa capire quanto la crisi abbia “mangiato” ricchezza) il fatto che il livello del nostro Pil sia oggi pari a quello dei primi anni 2000.

Dato congiunturale o “ripresina” di breve durata?

Ci sono alcuni elementi che hanno favorito questa ripresina: il basso costo del petrolio, un generale deprezzamento dell’Euro, le misure di stimolo all’economia effettuate dalla Banca Centrale Europea. Certamente un minimo di fiducia interna è tornata dopo il buon numero di stabilizzazioni e nuove assunzioni legate alla promulgazione del jobs act (a marzo 2015 il saldo tra contratti cessati e contatti nuovi è stato positivo, con un buon +92.000). Per altro i contratti a tempo indeterminato a marzo 2015 sono stati 162,498 (a marzo 2014 erano stati 108.647).

La domanda che ovviamente ci viene in testa è: durerà? Difficile, quasi impossibile dare una risposta. Purtroppo l’Italia si ritroverà a far fronte a spese impreviste, come quella delle pensioni da rivalutare.

Il nostro debito pubblico resta altissimo e far quadrare i conti, senza introdurre nuove tasse, è sempre un’impresa. Inoltre andrà visto il quadro macroeconomico: come si comporteranno le economie Usa, tedesca, quelle dell’area extra-U.E. Si dovrà capire se i rapporti con la Federazione Russa, grande importatore in particolare in alcuni settori specifici, miglioreranno. Insomma i dubbi restano molti e la prospettiva di lungo periodo incerta.

Vedi anche:

Economia Italia 2015 a che punto siamo

Di certo però iniziare a vedere qualche numero positivo è già una piccola consolazione.

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