Una Grecia fuori dall’Euro cosa comporterebbe al paese ellenico (e a noi)? La prospettiva diventa attuale in vista delle incertissime elezioni che si terranno tra poche settimane.
La Grecia è ancora una volta l’osservato speciale europeo. E dai suoi prossimi destini dipendono quelli dell’intera Unione e della moneta unica, con i paesi più fragili a fare da spettatori interessati (e intimoriti) alle prossime elezioni che molto diranno del prossimo futuro.
Tra qualche settimana i greci voteranno per un parlamento dove la nascita di una maggioranza che sostenga un governo è tutt’altro che certa.
In più il partito avanti nei sondaggi è Syriza che ha più volte parlato di ridiscutere gli accordi con U.E. e Fondo Monetario. Ecco allora che di fronte a questa incertezza non ci si stupisce se sono tornate le voci di uscita della Grecia dall’Euro, quella che i media anglofoni chiamano con un neologismo “Grexit“.
Cosa accadrebbe con una Grecia fuori dall’Euro?
L”uscita della Grecia dall’Euro nei giorni scorsi è stata descritta dal settimanale Spiegel “ora anche accettabile dalla Germania” (ma poi il governo tedesco ha smentito, salvo dire che non sarà “ricattabile” rispetto alla modifica dei termini dei patti e degli accordi sottoscritti) e avrebbe probabilmente un percorso “pilotato”.
Ma le conseguenze di un ritorno alla Dracma sarebbero certamente quelle di una poderosa svalutazione della nuova moneta, una nuova contrazione economica con difficoltà a far valere una valuta debolissima per tutte le importazioni, e conseguente inflazione elevata.
L’analista Holger Schmieding di Berenberg ha fatto un paragone molto semplice che spiega al meglio questo scenario: “La Grecia diventerebbe un Venezuela senza petrolio”. Il riferimento è al fatto che il Venezuela sta viaggiando molto vicino al default, ma almeno possiede una base importante di risorse, come appunto quelle petrolifere, da poter esportare e quindi su cui contare come piccolo “portafoglio” per una ripresa nel medio periodo.
Bloomberg riporta una dichiarazione del professore di Berkeley Barry Eicherngreen: “Per la Grecia uscire dall’Euro sarebbe una Lehman Brothers al quadrato“. E le ricadute ci sarebbero certamente anche per gli altri Paesi: già è fonte di timore vedere come potenzialmente concrete le prospettive di un Euro non più temporalmente “illimitato” ma moneta “reversibile”.
Inoltre la fine dell’Euro, per di più per più Paesi, significherebbe la fine di un “sistema comune” di “regole” finanziarie-economiche cui gli stati sono sono ora sottoposti nel regime di Maastricht (e successive modifiche). Insomma: una Grecia, ma anche una Spagna, un Portogallo, una Cipro (e ovviamente  un’Italia) fuori dall’ombrello dell’Euro che fine potrebbero fare? Su di loro che fiducia avrebbero i mercati?
La preoccupazione è accentuata dal fatto che questa nuova crisi greca avviene in presenza di segnali che erano comunque abbastanza positivi, come il miglioramento del deficit di bilancio (cosa invece non avvenuta in Italia che paga un aumento del debito pubblico arrivato a quote estremamente rischiose).
Vedi anche: Cosa succede se l’Italia esce dall’Euro.
Euro a quota 1,18605 sul dollaro, mai così basso da 8 anni
Intanto l’Euro è arrivato ad una quotazione di 1,18605 rispetto al dollaro statunitense, la stessa del marzo 2006.
Un indebolimento sintomatico di come la situazione greca e le difficoltà di ripresa in Italia (ma anche in Francia) pesino su tutta la valuta e su tutta l’area.
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