Novità nel Def per i 44 bonus esistenti: razionalizzazione, più legame con Isee e rischio “azzeramento” del bonus da 80 euro causa aumenti dei contratti collettivi. Le ultime notizie
Il bonus da 80 euro 2018 è a rischio per alcune categorie professionali? Alcune agevolazioni fiscali attualmente vigenti saranno cancellate per ragioni di bilancio? Cerchiamo di capire un po’ meglio leggendo le informazioni ufficiali uscite rispetto al Documenti di programmazione economica che precede e rende note le intenzioni per le Leggi di bilancio dal 2017 fino al 2019.
Tutti i bonus che ci sono in Italia
Vi sembrerà incredibile ma in Italia ci sono qualcosa come 44 bonus diversi per famiglie e imprese. Dal bonus bebè, ai bonus gas e corrente passando per tutte le agevolazioni per i figli, le famiglie a basso reddito, gli affitti, le ristrutturazioni, l’acquisto di svariati beni. Ma anche i bonus per alcune categorie sociali come i neo diciottenni, gli insegnanti di scuola ecc. Insomma una selva che non è facile nemmeno da conoscere (e noi cerchiamo puntualmente di scrivere articoli in materia per tenervi aggiornati sui possibili beneficiari e sulle modalità di richiesta).
Da molto tempo si parla della necessità di razionalizzare i vari bonus, di dare un interlocutore unico per gli stessi, magari un’agenzia creata ad hoc con sito web chiaro di riferimento. Attualmente tra benefici erogati dallo stato e dagli enti locali e dall’Inps l’utente finale resta spesso scombussolato e finisce magari per non richiedere aiuti cui avrebbe diritto.
Quindi in primis il Def parla di razionalizzazione e la prospettiva appare necessaria e corretta. Ma dietro alla razionalizzazione ci sarà anche un intervento di sforbiciata e taglio delle sovvenzioni?
Revisione selettiva delle agevolazioni fiscali
“Revisione selettiva delle agevolazioni fiscali”: Luigi Casero, viceministro dell’Economia, in una risposta ad una specifica interrogazione parlamentare, ha dichiarato che è intenzione del governo procedere su un doppio binario: accorpamento dei bonus e loro “selezione”, revisione selettiva, appunto. Cerchiamo di capire meglio come.
Detrazioni e bonus maggiormente legati all’Isee
Da una parte, come detto, semplicemente si procederà ad una semplificazione con possibili accorpamenti di alcuni bonus “simili” o con la semplificazione delle metodologie di accesso e degli enti erogatori e di controllo. Ma ci sarà anche altro, perché attualmente spesso si verifica il paradosso che chi riceve più aiuti e chi accede a detrazioni maggiori è chi ha redditi più alti.
Quindi l’intervento avverrà anche nell’ottica di un parziale taglio dei vari bonus a chi è percettore di redditi più elevati. Già ora la maggior parte dei bonus e delle detrazioni sono proporzionali e legate all’Isee. La prospettiva indicata dal governo è accentuare questa strada.
Rischio “azzeramento” per il Bonus da 80 euro dopo i rinnovi contrattuali?
Il governo ha confermato di voler continuare a puntare sul bonus in busta paga da 80 euro e di volerlo mantenere anche per sostenere i consumi. Va tenuto conto che nei prossimi mesi assisteremo alla sottoscrizione di numerosi contratti di lavoro, in primis quello degli statali (che sono oltre 3,2 milioni): per essi è stato concordato un aumento di 85 euro lordi, cosa che significherebbe per molti lavoratori l’uscita dalla soglia massima per il bonus da 80 euro. Quindi in sostanza un effetto di azzeramento dell’aumento (che di fatto corrisponde già alla cifra percepita col bonus) se non un potenziale peggioramento dato che gli 85 euro sono lordi.
Per evitare questo i sindacati hanno chiesto al governo di separare gli aumenti contrattuali dal bonus (in pratica di non conteggiare il bonus come parte “reddituale”, così da non superare la soglia. Un’altra ipotesi è quella di aumento della soglia totale di reddito per beneficiare dell’aiuto (si è letto di un possibile innalzamento fino a 32 mila euro annui) così da non far sforare il limite anche dopo l’aumento contrattuale.
Va detto che una larga platea dei contribuenti ha “incamerato” il bonus come parte integrante a tutti gli effetti della loro busta paga che magari era rimasta bloccata per molto tempo visto che svariati contratti collettivi sono fermi da anni (ad esempio quello dei dipendenti pubblici non è rinnovato da 8 anni), questo anche se il bonus è un provvedimento pro tempore e non istituzionalizzato, cioè è rinnovato anno per anno.
Identico problema di possibile “azzeramento” del bonus da 80 euro, in assenza di variazione dei limiti di soglia, potrebbe riguardare molte altre categorie in rinnovo di contratto (forze armate, dirigenti alberghieri, dipendenti scuole materne, taxi aziende cooperative, dipendenti autoscuole, dipendenti settore legno ecc.).