La finanziaria 2017 prevede che il bonus ristrutturazioni sia ancora valido nella misura maggiorata del 50%. Conviene dunque ristrutturare casa con questa detrazione?
Il bonus ristrutturazioni 2017 è stato prorogato fino al 31 dicembre 2017 con l’approvazione della Legge Finanziaria. Si tratta di un’importante misura di sostegno alle famiglie che sono alle prese con notevoli spese di ammodernamento dei loro immobili.
A cosa si ha diritto?
Se si eseguono lavori di ristrutturazione in tutto l’anno 2017 si possono portare in detrazione al 50% tutte le spese, fino ad un massimale pari a 96 mila euro.
La detrazione è ancora maggiore (al 65%) per interventi di adozione di misure antisismiche su zone che si trovano in zone di elevata pericolosità purché gli interventi stessi siano fatti sulla casa dove si vive o sull’attività produttiva. Anche in questo caso il tetto massimo di spesa per la detrazione è 96 mila euro.
Una simulazione per capire meglio se conviene
Immaginiamo una spesa di 50 mila euro. Si potranno portare in detrazione 25 mila euro in 10 anni, 2500 euro all’anno a partire dall’anno stesso in cui si fanno i lavori.
Attenzione però a una cosa: se l’Irpef annua ammonta a meno di questa cifra la differenza non si recupera. Se l’Irpef da pagare con la dichiarazione dei redditi è, per restare all’esempio di cui sopra, di 2000 Euro, i 500 Euro di differenza andranno persi e non saranno “rimborsati” in nessun altro modo.
Sì può comunque capire che, a meno di dichiarazioni dei redditi molto basse (che quindi hanno bassa Irpef da cui detrarre) o, all’opposto, di lavori che comportino spese molto superiori al tetto di 96 mila euro, effettuare un lavoro con questo tipo di detrazione convenga parecchio, ancora di più se si tratta di lavori di ammodernamento per misure antisismiche (restando al nostro esempio, con 50 mila euro di spesa si portano in detrazione 32.500 euro: vero che i soldi si scalano dalle tasse in 10 anni ma sostanzialmente si recuperano quasi i due terzi di quanto speso).
Per cosa si può ottenere il bonus ristrutturazioni 2017?
Si possono portare in detrazione
- lavori di manutenzione ordinaria, straordinaria, restauro e risanamento conservativo di parti comuni di edifici residenziali;
- manutenzione straordinaria, lavori di ristrutturazione e risanamento conservativo di singole unità immobiliari residenziali di ogni genere di categoria catastale (compresi gli immobili rurali e pertinenze); per le case private dunque sono esclusi gli interventi di manutenzione ordinaria;
- costruzioni di autorimesse o posti auto pertinenziali anche in proprietà comuni;
- ricostruzioni o ripristino di immobili danneggiati dopo eventi calamitosi, purché sia stato dichiarato lo stato di emergenza;
- lavori per installazione di ascensori e montacarichi finalizzati all’abbattimento di barriere architettoniche;
- lavori finalizzati a prevenire il compimento di atti illeciti di terzi (furti, aggressioni ecc.; quindi ad esempio installazione di porte blindate, inferriate, saracinesche, vetri antisfondamento, antifurti, telecamere di sorveglianza, cancellate, tapparelle con bloccaggi ecc.);
- lavori di cablatura e di contenimento dell’inquinamento sonoro;
- interventi per il conseguimento di risparmio energetico (es. installazione impianti fotovoltaici), che evitino infortuni domestici (es. installazione di corrimano o di apparecchi di rilevazione di gas inerti o di vetri anti infortunio) o per bonifica dell’amianto.
Come si ottiene la detrazione per le ristrutturazioni?
La detrazione è suddivisa in dieci quote annuali di pari importo a partire dall’anno in cui è stata effettuata la spesa. Per fruire del bonus ovviamente le spese devono essere documentate (quindi, chiaramente, niente nero) e pagate tramite bonifico bancario o postale che come causale abbia il riferimento alla norma (art. 16-bis, Dpr 917/1986) e in cui sia evidente il beneficiario della detrazione (si veda l’esempio sottostante come riportato dal sito dell’Agenzia delle entrate).
Se pago con i soldi di un prestito posso accedere al bonus ristrutturazioni?
Sì, a patto che la società che concede il prestito paghi l’impresa che ha eseguito i lavori con bonifico bancario o postale da cui risulti una causale con i dati sopra citati.