Per salvare Alitalia occorre un soggetto pubblico e questo potrebbe essere le Poste Italiane. Da quanto riferito da agenzie di stampa le Poste potrebbero partecipare all’aumento di capitale di 300 milioni con una quota tra il 10- 15% pari a 75 milioni di euro. Nel frattempo i sindacati sono scesi sul piede di guerra chiedendo al governo di intervenire per garantire la continuità aziendale.
Molto duro e concreto il presidente dell’Enac, Vito Riggio ai microfoni di Sky ha palesemente dichiarato”Serve una ricapitalizzazione o sabato Alitalia rimarrà a Terra” In sintesi o dal Cda escono fuori i 500 milioni che necessitano alla sopravvivenza della compagnia che ricordiamo oggi è privata, oppure revoca della licenza.
Prima dell’Enac ci aveva pensato Scaroni Ad di Eni con una sua dichiarazione in cui confermava che da sabato 12 ottobre Eni non avrebbe più fornito carburante (non pagato) ad Alitalia.
Ma le poste che interesse hanno? In teoria nessuno visti i debiti di Alitalia, ma in realtà le Poste Italiane hanno una piccola compagnia aerea la Mistral Air fondata nel 1991 da Bud Spencer con base nello scalo romano di Fiumicino. La Mistral copre diverse destinazioni grazie all’accordo con l’Opera Romana Pellegrinaggi, quindi qualche affinità ci sarà , a differenza delle Ferrovie che hanno giustamente detto no alla partecipazione visto che il vettore aereo è oramai un competitors , basti pensare alla tratta Roma- Milano, 2 ore e 59 minuti in treno per arrivare al centro di Milano.
In sintesi se le Poste partecipano Alitalia , la compagnia aerea tornerà per la quota di partecipazione ad essere in parte pubblica, per la gioia di tutti gli italiani che hanno pagato i debiti pregressi di Alitalia quando era una compagnia di stato. Una consolazione? Non perderemo le miglia accumulate.