E’ appena uscito e già se ne parla tanto. Ne ha parlato, e bene, soprattutto Vincenzo Mollica nel suo Doreciakgulp: un giovane Federico Fellini, cronista di nera nel romanzo poliziesco “Il giovane Fellini nello splendente fulgore della vita” (Editore Palombi, 2011), si ritrova detective nella Roma fascista del 1939.
Abbiamo incontrato l’autore Enzo Lavagnini.
Fellini in un giallo? Come le è venuto in mente?
Federico Fellini è stato un grande appassionato del genere poliziesco, affascinato dall’hard boiled americano quanto dai romanzi di Simenon. Non potevo lasciarmi sfuggire questo momento della sua biografia in cui, appena diciannovenne, arriva a Roma da Rimini e per una serie di circostanze finisce a lavorare in cronaca per un giornale del pomeriggio, “Il Piccolo” di Roma. Su questo incipit vero della vita di Fellini, ho costruito un romanzo che, nella Roma pienamente fascista, lo fa imbattere in un intricato mistero che comincia con la misteriosa morte di una ballerina dell’avanspettacolo.
Che Roma trova il riminese Fellini, al suo arrivo?
Una città povera e sensuale, complicata e corrotta, descritta con amore nei suoi film, particolarmente in “Roma”. Nel 1939 il fascismo ha appena indossato la faccia più crudele, quella delle leggi razziali e sta inoltre portando il paese alla guerra. La stampa poi è sempre più controllata; anche Federico dovrà fare i conti con le prescrizioni ministeriali che imponevano di non superare le 30 righe per i fatti di sangue. Nonostante ciò, per il giovane Federico, recalcitrante agli ordini, è comunque la città nella quale può cominciare, da lontano, l’ambiente dello spettacolo; è questo non può fare altro che affascinarlo.
Il giovane Fellini,
nello splendente fulgore della vita
Ed. Palombi, Roma, dicembre 2011
Roma, gennaio 1939: pioggia e intrighi, fascismo e avanspettacolo. Mentre le canzonette del Trio Lescano e dell’orchestra di Cinico Angelini diffondono un’aria frivola e ottimista, la morte più che sospetta di una giovane e bellissima ballerina di avanspettacolo – ancora “nello splendente fulgore della vita”- trascina inesorabilmente un giovane e confuso cronista in un gorgo fitto, fatto di mistero e delitti.
Quel giovane invaghito di bellezza e di vita è il diciannovenne Federico Fellini. Arrivato a Roma, non ha trovato l’impiego che avrebbe voluto al Marc’Aurelio, il bisettimanale satirico, ma solo uno “strano” posto in cronaca, ed in prova, per “Il Piccolo”, un sarcastico quotidiano romano.
Affascinato dagli ambienti artistici della Capitale, gli tocca così invece di occuparsi della cronaca, sempre edulcorata, dei quotidiani: il fascismo non vuole che i fatti di cronaca nera
superino le 30 righe ed inoltre pretende di far scomparire i delitti e le brutte notizie dai giornali, in modo tale da renderne più rassicurante la lettura.
La morte della ballerina, come in un tragico rosario, si porta poi dietro altra morte, altre assurde tragedie, rivelando al giovane sempre più abbacinato, accompagnato da strani aiutanti di periferia – un ragazzo ed uomo fatto, un poco bislacco – solo l’indefinito, mefitico contorno delle nefandezze del Regime, che pare manovrare ogni cosa; l’anima di ogni uomo e di ogni donna.
Un’indagine pericolosa, quella di Federico, tra odore di piombo e pistole ancora calde. Un’indagine sconsiderata e folle, testarda e improvvisata, basata solo sulle letture di Simenon e sui film visti, in cui la giovanile imprudenza e l’immaginazione, tra intuizioni e passi falsi, tentano di supplire, con arguzia e coraggio, all’esperienza.
Enzo Lavagnini
Esperto di cinema, e soprattutto di cinema documentario, ha pubblicato “Pasolini” (Sovera, Roma, 2009), inoltre una serie di suoi contributi sono apparsi in volumi collettivi, coordinati da Italo Moscati per Marsilio, realizzata per il Festival del documentario italiano di San Benedetto del Tronto, ed ancora per un volume su “Clara Calamai” ed un altro su “Eduardo De Filippo” (entrambi Marsilio).
Un suo contributo sul cinema e la natura è apparso di recente nel volume collettivo Cinema e ambiente” edito dall’ARPAV della Regione Veneto.
Ha scritto per le riviste Duel, Lo straniero, Libero documentario, Cinema d’essai, Altrocinema.
Collabora con il Festival dei diritti umani di Buenos Aires. Si occupa di comunicazione, prioritariamente quella ambientale.
Abbiamo incontrato l’autore Enzo Lavagnini.
Fellini in un giallo? Come le è venuto in mente?
Federico Fellini è stato un grande appassionato del genere poliziesco, affascinato dall’hard boiled americano quanto dai romanzi di Simenon. Non potevo lasciarmi sfuggire questo momento della sua biografia in cui, appena diciannovenne, arriva a Roma da Rimini e per una serie di circostanze finisce a lavorare in cronaca per un giornale del pomeriggio, “Il Piccolo” di Roma. Su questo incipit vero della vita di Fellini, ho costruito un romanzo che, nella Roma pienamente fascista, lo fa imbattere in un intricato mistero che comincia con la misteriosa morte di una ballerina dell’avanspettacolo.
Che Roma trova il riminese Fellini, al suo arrivo?
Una città povera e sensuale, complicata e corrotta, descritta con amore nei suoi film, particolarmente in “Roma”. Nel 1939 il fascismo ha appena indossato la faccia più crudele, quella delle leggi razziali e sta inoltre portando il paese alla guerra. La stampa poi è sempre più controllata; anche Federico dovrà fare i conti con le prescrizioni ministeriali che imponevano di non superare le 30 righe per i fatti di sangue. Nonostante ciò, per il giovane Federico, recalcitrante agli ordini, è comunque la città nella quale può cominciare, da lontano, l’ambiente dello spettacolo; è questo non può fare altro che affascinarlo.
Il giovane Fellini,
nello splendente fulgore della vita
Ed. Palombi, Roma, dicembre 2011
Roma, gennaio 1939: pioggia e intrighi, fascismo e avanspettacolo. Mentre le canzonette del Trio Lescano e dell’orchestra di Cinico Angelini diffondono un’aria frivola e ottimista, la morte più che sospetta di una giovane e bellissima ballerina di avanspettacolo – ancora “nello splendente fulgore della vita”- trascina inesorabilmente un giovane e confuso cronista in un gorgo fitto, fatto di mistero e delitti.
Quel giovane invaghito di bellezza e di vita è il diciannovenne Federico Fellini. Arrivato a Roma, non ha trovato l’impiego che avrebbe voluto al Marc’Aurelio, il bisettimanale satirico, ma solo uno “strano” posto in cronaca, ed in prova, per “Il Piccolo”, un sarcastico quotidiano romano.
Affascinato dagli ambienti artistici della Capitale, gli tocca così invece di occuparsi della cronaca, sempre edulcorata, dei quotidiani: il fascismo non vuole che i fatti di cronaca nera
superino le 30 righe ed inoltre pretende di far scomparire i delitti e le brutte notizie dai giornali, in modo tale da renderne più rassicurante la lettura.
La morte della ballerina, come in un tragico rosario, si porta poi dietro altra morte, altre assurde tragedie, rivelando al giovane sempre più abbacinato, accompagnato da strani aiutanti di periferia – un ragazzo ed uomo fatto, un poco bislacco – solo l’indefinito, mefitico contorno delle nefandezze del Regime, che pare manovrare ogni cosa; l’anima di ogni uomo e di ogni donna.
Un’indagine pericolosa, quella di Federico, tra odore di piombo e pistole ancora calde. Un’indagine sconsiderata e folle, testarda e improvvisata, basata solo sulle letture di Simenon e sui film visti, in cui la giovanile imprudenza e l’immaginazione, tra intuizioni e passi falsi, tentano di supplire, con arguzia e coraggio, all’esperienza.
Enzo Lavagnini
Esperto di cinema, e soprattutto di cinema documentario, ha pubblicato “Pasolini” (Sovera, Roma, 2009), inoltre una serie di suoi contributi sono apparsi in volumi collettivi, coordinati da Italo Moscati per Marsilio, realizzata per il Festival del documentario italiano di San Benedetto del Tronto, ed ancora per un volume su “Clara Calamai” ed un altro su “Eduardo De Filippo” (entrambi Marsilio).
Un suo contributo sul cinema e la natura è apparso di recente nel volume collettivo Cinema e ambiente” edito dall’ARPAV della Regione Veneto.
Ha scritto per le riviste Duel, Lo straniero, Libero documentario, Cinema d’essai, Altrocinema.
Collabora con il Festival dei diritti umani di Buenos Aires. Si occupa di comunicazione, prioritariamente quella ambientale.