Qual è il grado di sicurezza per i viaggi in Tunisia per l’estate 2016? Quali accortezze è meglio seguire e quali zone sono sicuramente da evitare?
La Tunisia è stata per molti anni insieme all’Egitto una delle destinazioni più gettonate dai turisti italiani: località come Hammamet. Gerba, Tunisi sono sempre state tra le più ambite dai viaggiatori nostrani.
Tutto ovviamente è cambiato dopo i terribili attentati del Bardo e alla spiaggia di Susa: il turismo nel nord Africa è crollato e molte compagnie di navigazione e linee aeree low cost hanno anche tagliato gli scali verso questa parte del Mediterraneo.
Le indicazioni della Farnesina per viaggiare in Tunisia
Per le indicazioni più aggiornate sulla sicurezza relativa ai viaggi all’estero il sito da tenere sempre in considerazione è quella del Ministero degli Esteri Viaggiarsicuri.it. Riguardo alla situazione tunisina, a seguito dell’esplosione avvenuta in Avenue Mohamed V a Tunisi, il 24 novembre 2015 in tutto il paese è ancora in vigore lo stato di emergenza (è previsto fino al 22 giugno, ma si sta parlando già di prorogarlo).
In realtà anche altri paesi sono in questa condizione, per non andare molto lontano la Francia ha detto che lo stato di emergenza sul suo territorio continuerà fino almeno alla fine degli Europei di calcio. In sostanza le autorità pubbliche possono avere più margine di intervento introducendo giorni con il coprifuoco, chiudendo preventivamente bar e attività pubbliche, vietando concerti o eventi che richiamino grandi flussi di persone.
In Tunisia sono state chiuse 80 moschee sospettate di legami con l’integralismo e la presenza di polizia e militari è stato parecchio rafforzata, in particolare nei luoghi di maggior transito turistico e nelle strutture ricettive e club vacanze.
Del resto è proprio dalla Tunisia che sono partiti numerosi combattenti per la Siria e la Libia, la seconda roccaforte dell’Isis nel mondo. A questo scopo è anche stato progettato un muro sul confine libico e il valico di Ras Jedir e quello vicino di Ben Gardene sono stati spesso chiusi a seguito di scontri militari di forte entità tra forze tunisine e gruppi islamisti.
Le zone da evitare e le precauzioni da avere in viaggio
Il primo consiglio è abbastanza ovvio ma meglio ripeterlo: evitare tutto il confine con la Libia e insieme l’area di Tataouine e quella del Sahel dove ugualmente operano gruppi terroristici. Meglio non avventurarsi anche lungo il confine con l’Algeria, nei governatorati di El Kef, Kasserine e Kebili.
Nelle località turistiche la sorveglianza è maggiore e i pericolo sono più limitati. Occorre però considerare che ormai la minaccia terroristica è globale e quindi può essere utile avere alcune premure come evitare luoghi con grandi assembramenti, non spostarsi in zone isolate, collaborare attivamente con le forze di polizia se fermati in un posto di blocco, non circolare la sera nei quartieri periferici, evitare la Medina di Tunisi la notte o comunque dopo la chiusura di tutte le attività commerciali.
Il ministero degli esteri segnala anche come luoghi da cui tenersi lontani la parte periferica di Sousse e Sfax, il governatorato di Biserta e l’area periferica e circostante a Monastir dove si è diffuso l’integralismo salafita.
Per il deserto occorre la scorta
Per visitare il deserto del Sahara occorre un permesso speciale accordato dai ministeri della difesa e del turismo tunisini, inoltre è obbligatoria una scorta militare (da pagare a proprie spese, ovviamente i tour operator che programmano questo genere di escursioni provvedono ad espletare i pass burocratici e ad assoldare e gestire il team per la sicurezza).