Le elezioni in Tunisia sono state vinte dal partito islamico Ennahda che non è andato oltre il 40% e, per governare, anche se si tratta di un governo provvisorio, avrà bisogno di accordarsi con altri partiti. Questi partiti saranno, molto probabilmente, il Congresso per la Repubblica (CPR), laico di centro-sinistra e Ettakatol, Forum Democratico per il Lavoro e la Libertà .
La scelta di questi due partiti, ricade sulla voglia di mostrare al mondo che Ennhada è un partito islamico moderato, aperto a visioni laiche, anche se, i finanziamenti gli sono arrivati da Teheran e dai paesi del Golfo.
Intanto comunque, il partito di Rachid Gannouchi è quello che nell’Assemblea nazionale costituente che avrà un anno per scrivere la Costituzione, avrà più seggi degli altri. Anche se, le decisioni che dovranno essere prese, dovranno essere largamente condivise, visto che la futura Costituzione riguarda tutto il popolo, di qualsiasi orientamento politico sia.
Chi sembra uscire sconfitto da questa elezione è, invece, proprio il movimento rivoluzionario della prima ora, costituito dai giovani blogger, dai giovanissimi scesi in piazza contro Ben Alì che hanno subito sulla loro pelle la violenza della repressione e che non hanno avuto nessun riconoscimento, nessun indennizzo o copertura delle spese sanitarie, dai governi provvisori di questi ultimi mesi.
La scorsa settimana, a quattro giorni dalle elezioni, molti di loro, hanno iniziato uno sciopero della fame, con l’appoggio anche di un portale nato durante la resistenza al regime. Nel loro comunicato si legge: ” A quanto pare la Tunisia voterà per il suo futuro tra pochi giorni. Noi vorremmo ricordare a tutti che è anche grazie a coloro che oggi abbandonano che questo sarà possibile” e ancora “Che dignità si può avere se gli eroi della rivoluzione sono lasciati nel dimenticatoio? Quale futuro speriamo di costruire se si girano le spalle a coloro che hanno creato il presente?.
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