Forse c’è una nuova svolta nel campo della medicina : Curare il diabete con la matematica. Sostanzialmente c’è chi afferma che esiste nell’essere umano una sorta di memoria metabolica e proprio per questo curabile con la matematica. Il procedimento è quello di combinare le misure che riguardano l’ età e il peso di una persona, la sua glicemia nelle diverse ore del giorno, quella a digiuno e, soprattutto, quella dopo il pasto (cui gli esperti danno grande importanza), la quantità di emoglobina glicosilata nel sangue (in sigla HbA1c, dà un’ idea dell’ eccesso di glucosio nel sangue, nei tre mesi precedenti), la presenza di obesità o di complicanze come l’ insufficienza renale cronica, e stabiliscono il “profilo” del paziente affetto da diabete di tipo secondo (quello dell’ adulto) su cui verrà “ritagliata” la cura. Diabetologi come “profiler”, dunque. E pazienti che possono essere inquadrati in cinque “tipi” principali: tanti ne hanno infatti individuati gli esperti dell’ Associazione Medici Diabetologi (Amd) che ne hanno parlato a Lisbona in occasione del congresso annuale dell’ Easd, l’ European Association for the Study of Diabetes. Un approccio “made in Italy” al problema che sta interessando la comunità scientifica internazionale.