Nella Lega non fa ormai più mistero chi pensa al dopo-Berlusconi e, all’indomani del via libera all’arresto di Alfonso Papa, che ha segnato la ‘vittoria’ di Maroni, nel Carroccio si fanno i conti con gli equilibri interni al partito. Ma si guarda anche al futuro dell’alleanza con il Pdl. Lì dove proprio Silvio Berlusconi fa trapelare non voler venire a patti con nessuno. Che il premier rappresenti un problema per gran parte della Lega, ormai non ne fa più mistero quasi nessuno.
Intanto un piccolo, ma provvidenziale, intervento di cataratta del Senatur fa slittare al week end il faccia a faccia che avrebbe dovuto tenersi complice il Cdm oggi, gli alleati mettono a punto la situazione di questa tumultuosa settimana.
Ma per Silvio Berlusconi si va avanti cosi’, non ci sono alternative, la Lega – questa la reazione a mente fredda – non ha motivo di rompere e non conviene ne’ a Bossi ne’ a Maroni. L’unica perplessità del premier è quella di aver lasciato troppi margini d’azione all’alleato, cosa che – garantisce ai suoi – non accadra’ più.
Il Cavaliere si sentira’ con Bossi nel week end: serve una verifica della maggioranza, una prova di fedelta’. Alla Lega guarda intanto il Pd. “Se ritiene di non poter piu’ collaborare alle decisioni del governo, si assuma la responsabilita’ di porre fine all’agonia di questo governo che e’ diventato ormai un peso per il Paese”, e’ l’esortazione di Massimo D’Alema.
Pier Luigi Bersani riconosce invece che la Lega ha mostrato, con il voto di ieri alla Camera su Alfonso Papa, un “atteggiamento interessante perche’, per la prima volta, il vincolo di maggioranza non ha funzionato”. Il segretario Pd non nasconde che “una parte della Lega sta riflettendo su prospettive politiche”, ha spiegato Bersani .