Non si fermano le manifestazioni di protesta che scuotono ormai da due mesi i paesi arabi del Maghreb e del Medio Oriente e che negli ultimi giorni si sono fatte più consistenti, in particolare in Libia, Yemen e Bahrein.
Libia – Gli scontri della notte in Libia, hanno portato il bilancio dei manifestanti morti a 24, mentre decine sarebbero i feriti, caduti sotto i colpi delle forze di sicurezza libiche, intervenute per disperdere le proteste “pacifiche” in corso da martedì contro il regime di Muammar Gheddafi.
Bengasi, la seconda città libica, è intanto presieduta dai militari. La tensione, comunque, dopo la notte di scontri, resta altissima. Stessa situazione ad Al Beida, l’altra città dove ci sono state manifestazioni.
Bahrein – Migliaia di persone hanno partecipato oggi ai funerali di due manifestanti rimasti uccisi ieri nell’assalto 1 lanciato dalle forze di sicurezza contro la folla che protestava, accampata in piazza della Perla, nel centro di Manama. L’incursione ha fatto tre morti e quasi 200 feriti secondo le autorità , mentre secondo l’opposizione sono stati quattro i morti.
Secondo il New York Times, il governo ha imposto severe limitazioni nell’accesso a Internet nel Paese. Tra gli indirizzi web oscurati ci sarebbe anche YouTube.
Yemen – Si è aggravato il bilancio degli scontri di ieri tra forze di sicurezza e dimostranti anti-governativi ad Aden, nello Yemen meridionale, il numero dei morti accertati è salito infatti a tre, mentre i feriti ammontano a diciannove: due di loro versano in gravi condizioni ed è stato necessario sottoporli a intervento chirurgico. Ieri, nel quartiere di al-Mansoura della città portuale, la polizia aveva aperto il fuoco su un gruppo di manifestanti che reclamavano la cacciata del presidente Ali Abdullah Saleh, al potere da 32 anni.
In Egitto, intanto, oggi un milione di persone scenderà nelle piazze per celebrare con una marcia, ad una settimana dall’evento, la vittoria nei confronti del presidente Mubarak. La marcia comincerà subito dopo la preghiera del venerdì. Contemporaneamente i sostenitori dell’ex presidente hanno pianificato una contro-marcia negli stessi orari per “scusarsi” con Mubarak. I sostenitori del presidente deposto saranno vestiti di nero, quelli che partecipano alla marcia della vittoria, invece in bianco.
di Redazione
18 febbraio 2011
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Purtroppo ci troviamo di fronte ad un effetto domino… facile da mettere in moto, quasi impossibile da fermare
Una volta scoppiata la bomba di certo non si può più tornare indietro!
Purtroppo oramai si è scatenato l’effetto domino e penso sarà davvero difficile riuscire a fermarlo!