Cosa succederà dopo le dimissioni del Presidente della Repubblica Napolitano: quali le tempistiche e i passaggi per l’elezione del nuovo inquilino del Colle?
Il Presidente della Repubblica Napolitano sta avviando il processo di abbandono del Quirinale e di ritorno alla vita di “semplice” senatore. Come ampiamente previsto il secondo mandato di Napolitano non sarà intero e non coprirà tutto il settennato.
Si avvia perciò un processo istituzionale che porterà nelle prossime settimane ad avere un nuovo inquilino al Colle.
Vedi anche: Napolitano, ultimo discorso agli italiani.
14/01/2015: le dimissioni di Napolitano
Il 14 gennaio 2015 sarà ricordato come il giorno delle dimissioni di Napolitano. Formalmente si tratterà di un protocollo molto veloce, la firma dell’atto di dimissioni, le tre copie dello stesso documento da inviare ai presidenti della Camera e del Senato e al presidente del Consiglio. L’atto diventerà effettivo con la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale.
Napolitano ha atteso proprio questa data perché coincide anche con la fine del semestre di presidenza italiana dell’Unione Europea.
Dal momento delle dimissioni, come prevede il nostro ordinamento, il presidente del Senato Grasso farà da supplente nel periodo ricompreso da qui all’elezione del nuovo capo dello stato.
Il 29 o 30 gennaio le prime votazioni
Le prime votazioni potrebbero tenersi già a fine gennaio (sono state ipotizzate le date del 29 e del 30).
Saranno chiamati a votare 1009 grandi elettori (deputati, senatori, tra cui ovviamente lo stesso Napolitano, e rappresentanti degli enti locali, 3 per regione tranne la Val d’Aosta che invierà un solo grande elettore).
Difficile dire se sarà un’elezione facile o complessa, allo stato attuale non si è ancora concretizzato un accordo tra le principali forze politiche su una singola personalità e si è parlato di svariati possibili candidati (Prodi, Amato, Draghi, Finocchiaro, Grasso, Letta).
Quorum dei 2/3 nelle prime tre votazioni
Per ricercare il massimo consenso per una carica di garanzia così importante nelle prime votazioni è richiesto un quorum molto ampio, dei due terzi dei votanti. Dalla quarta votazione in avanti è sufficiente invece soltanto la maggioranza assoluta.
Vedi anche: Napolitano ultimo discorso agli italiani
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