“Gli elementi indiziari non consentono, nemmeno nel loro insieme, di pervenire a ritenere provata in qualche modo la colpevolezza di Amanda Knox e di Raffaele Sollecito nell’omicidio della studentessa britannica Meredith Kercher“. Sono le motivazioni della sentenza del processo d’appello per l’omicidio di Meredith Kercher e per il quale erano imputati Amanda e Raffaele. Nella sentenza dei giudici della Corte d’assise d’appello di Perugia si precisa che “quello che si rileva ai fini della decisione è soltanto la mancanza di prova di colpevolezza degli attuali imputati”.
Per i giudici della Corte di assise di appello Perugia “sono venuti meno gli stessi ‘mattoni'” che portarono i giudici di primo grado a condannare Amanda Knox e Raffaele Sollecito a 26 e 25 anni di carcere per l’omicidio di Meredith Kercher. Lo scrivono nelle motivazioni della sentenza con cui il tre ottobre scorso hanno assolto i due ex fidanzati dal delitto di Via della Pergola. Per la Corte “non si tratta soltanto di una diversa ricollocazione di quei ‘mattoni’, tale da non consentire l’attuazione del progetto architettonico disegnato, ma piuttosto di una mancanza del materiale necessario per la costruzione”. “Ed il venire meno degli elementi materiali del progetto accusatorio – scrivono ancora – non consente, ovviamente, di pervenire ad una pronuncia di colpevolezza al di la’ di ogni ragionevole dubbio”.
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Per i giudici della Corte di assise di appello Perugia “sono venuti meno gli stessi ‘mattoni'” che portarono i giudici di primo grado a condannare Amanda Knox e Raffaele Sollecito a 26 e 25 anni di carcere per l’omicidio di Meredith Kercher. Lo scrivono nelle motivazioni della sentenza con cui il tre ottobre scorso hanno assolto i due ex fidanzati dal delitto di Via della Pergola. Per la Corte “non si tratta soltanto di una diversa ricollocazione di quei ‘mattoni’, tale da non consentire l’attuazione del progetto architettonico disegnato, ma piuttosto di una mancanza del materiale necessario per la costruzione”. “Ed il venire meno degli elementi materiali del progetto accusatorio – scrivono ancora – non consente, ovviamente, di pervenire ad una pronuncia di colpevolezza al di la’ di ogni ragionevole dubbio”.
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