Amanda e Raffaele si godono le loro prime ore di libertà dopo 4 anni di prigione.
L’America ha seguito con il fiato sospeso la sentenza di Perugia. Tutti i media, dai siti delle maggiori reti tivù a quelli dei giornali, hanno aperto sulle dichiarazioni d’innocenza di Amanda Knox, in lacrime davanti alla Corte. Tutti in attesa fino al momento liberatorio di ieri sera, quando la corte ha deciso, ribaltando completamente la sentenza emessa in primo grado, di restituire la libertà ai due accusati.
Cosa rimane oggi di tutto ciò? Nessuna certezza, o meglio le uniche cose certe in questa storia sono che una ragazza inglese di 22 anni è stata uccisa a Perugia nella notte tra il primo e il 2 novembre 2007 e, dopo la sentenza di ieri che tutte le prove erano sbagliate.
Per ora l’unico colpevole rimane Rudy Guede, che sta scontando una condanna definitiva a 16 anni di reclusione nel carcere di Viterbo e per il quale ci si aspetterebbe ora una riapertura del processo.
L’ivoriano è stato l’unico a scegliere il rito abbreviato. Condannato a 30 anni di reclusione in primo grado, la pena gli è stata ridotta a 16 in appello. Poi, la definitiva condanna in Cassazione.
Nel pasticcio delle indagini, Guede comparve quasi per caso, dopo alcuni giorni di indagine sull’omicidio della studentessa in via della Pergola.
Inizialmente sconosciuto agli investigatori, fu identificato sulla base dell’impronta della sua mano insanguinata trovata sul cuscino accanto al corpo. Venne arrestato a Magonza, in Germania, proprio nel giorno in cui veniva scarcerato Patrick Lumumba, il musicista congolese indicato agli investigatori da Amanda, ma poi risultato completamente estraneo al delitto.
Guede ha sempre sostenuto di non aver ucciso Meredith Kercher. Ha però ammesso di essersi trovato in casa mentre la studentessa inglese veniva uccisa. In particolare, ha detto di essersi trovato in bagno, mentre due sconosciuti la uccidevano. Guede ha inoltre affermato di aver cercato di soccorrere la studentessa inglese, ma inutilmente, per poi scappare impaurito. Guede ha inoltre sempre sostenuto di aver avuto un approccio sessuale con Meredith, negando però di averla uccisa.
In tutto il clamore degli ultimi giorni, si distingue il silenzio della famiglia di Meredith. La madre, Arline, ha manifestato dubbi sulla perizia super partes disposta dalla corte di Appello che ha smontato quella presentata in primo grado dai periti della procura, secondo questa perizia, «tutte le prove erano sbagliate, non un elemento specifico. Come a dire che la polizia aveva sbagliato proprio tutto».