Noi siamo disponibili al dialogo sulla crisi, ma respingeremo con forza ogni manovra di palazzo.
Silvio Berlusconi detta la linea ai suoi. L’ipotesi di un’apertura nei prossimi giorni di un confronto con le parti sociali e con le forze dell’opposizione viene definita da fonti dell’esecutivo molto concreta. A sedersi al tavolo dovrebbero essere i ministri competenti, Sacconi e Romani in primis. Berlusconi, invece, qualora fosse necessario potrebbe anche intervenire in Parlamento. La decisione finale riguardo un possibile dibattito sulla situazione economica prima della pausa estiva sarà presa domani sera, dopo un summit ad Arcore al quale parteciperà lo stato maggiore della Lega. Berlusconi, pur invitando ad evitare allarmismi, sta valutando l’opportunità di intervenire. Ma c’e’ il timore che ci possa essere una strumentalizzazione della crisi: per questo motivo l’eventualità che in Parlamento possa ripetersi quel clima di ‘unita’ nazionale’ vissuto con il varo della manovra viene considerata con cautela e anche con un certo sospetto. Non e’ piaciuta al Cavaliere, infatti, l’iniziativa a tenaglia Terzo Polo-Massimo D’Alema per far si’ che faccia un passo indietro. Nel mirino i cosiddetti poteri forti, che – ha confidato il premier a chi lo ha chiamato – stanno tentando di colpirmi, di farmi fuori.
Perche’, secondo il presidente del Consiglio, l’obiettivo della ‘rete’ intrecciata da Casini, Fini e D’Alema si pone l’obiettivo di far arrivare nella sede del governo il leader Udc o magari un ‘tecnico’ quale Mario Monti. Berlusconi non e’ intenzionato a fare passi indietro e anche la proposta di un nuovo esecutivo guidata da un esponente del Pdl (nel terzo Polo si fanno i nomi di Schifani o Alfano), e’ stata rispedita al mittente. Se l’opposizione vuol far convergere i suoi voti bene, altrimenti – questo il ragionamento del premier – andiamo avanti da soli, se vogliono sfiduciare il governo lo facciano alla luce del sole, qualsiasi richiesta di un cambio di guardia a palazzo Chigi e’ irricevibile.