Dopo diversi giorni d’esitazione, la diplomazia si è destata e ora si cerca di isolare Gheddafi per convincerlo, attraverso le sanzioni ad una resa pacifica. In nottata il presidente Obama ne ha firmato una serie finalizzate a bloccare i beni posseduti dal dittatore libico e i suoi famigliari sul suolo americano. La mossa del presidente Usa arriva dopo una frenetica giornata di consultazioni tra le cancellerie di Stati uniti, Francia e Inghilterra. Anche l’Onu ha deciso che nel pomeriggio di oggi varerà una serie di sanzioni che prevedono l’assimilazione delle violenze in corso ai «crimini contro l’umanità »; l’adozione di un embargo alla vendita di armi, il divieto di concedere visti a Gheddafi e al suo entourage e il congelamento dei beni e dei conti all’estero dei fedelissimi del leader libico.
Intanto ieri, dopo la preghiera del venerdì, la polizia ha fatto decine di vittime a Tripoli e, mentre Gheddafi ha fatto l’ennesimo rabbioso e farneticante discorso, questa volta direttamente nella piazza Verde, davanti ad un migliaio di persone, dove ha dichiarato di voler armare tutti i libici che gli sono fedeli, il figlio “riformatore” del colonnello, Saif Al-Islam, ha auspicato per oggi un negoziato con i ribelli.
di Redazione
26 febbraio 2011