Mario Monti ha espresso ieri pomeriggio, durante un incontro al Council of Foreign Relations, associazione apartitica ma molto influente, la sua disponibilità a servire il paese nel caso in cui ce ne fosse la necessità . Un annuncio, quello di Monti, che sicuramente confonderà ancor maggiormente una situazione politica già agitata.
Complicando la partita delle alleanze e della definizione della legge elettorale, che senza premi di maggioranza consistenti farebbe sì che dalle urne non uscirebbe nessun vincitore, creando le condizioni per future grandi coalizioni. I sostenitori di un Monti bis, comunque, oltre che tra le fila dei centristi nostrani (Casini in testa, già al lavoro per creare liste pro-Monti), aumentano anche tra i componenti del Pdl.
Lo stesso Berlusconi, considerando le difficoltà che attraversa il suo partito, aggravate ultimamente dallo scandalo della Regione Lazio, la vede come una possibile opzione. Inoltre la credibilità internazionale di Monti, rassicurerebbe i partner stranieri, in primo luogo gli altri paesi della Comunità europea e gli Usa, che l’Italia continuerebbe sulla strada intrapresa.
La disponibilità di Monti invece, non ha incontrato i favori di Bersani, convinto che la pausa di democrazia in Italia non possa durare ancora a lungo e sia necessario quanto prima il ricorso alle urne, a una maggioranza politica e, a un programma. Bersani inoltre si trova in casa, nel Pd, un’area montiana che auspica apertamente un Monti bis, oltre alla sfida con Matteo Renzi che porta avanti istanze liberal in linea con il governo dei tecnici. Per il segretario Pd “le elezioni non sono inutili”, come a dire che se Monti sceglie un partito e si candida è il benvenuto nella politica ma “l’Italia non può passare da un’emergenza all’altra”.
Scandalizzati dall’annuncio di Monti, la Lega e l’Idv. Di Pietro ricorda che “in un paese democratico ci si candida e, se si ha il voto dei cittadini, si governa e non perché i poteri forti lo hanno messo lì per difendere i loro affari come già sta facendo”.
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