Brusca inversione a 180 gradi da parte del governo italiano sulla questione dei due marĂ² Massimiliano Latorre e Salvatore Girone. I due, per i quali il rientro in India, scade oggi, contrariamente a quanto ufficializzato in precedenza, sono stati imbarcati su un aereo militare e rispediti in India.Il governo, nella persona del ministro degli Esteri, Giulio Terzi, ha dichiarato, in un’intervista a Repubblica, che: “La situazione si sta normalizzando, e non stiamo mandando i nostri militari allo sbaraglio, incontro ad un destino ignoto. Non rischiano la pena di morte“.
Nessuno ha motivo di dubitare ciĂ², perĂ² dopo aver sbandierato ai quattro venti che i due militari sarebbero rimasti in Italia, dopo aver anche chiesto l’intervento della Ue su questa vicenda, dopo aver piĂ¹ volte ribadito in ogni occasione pubblica, che Girone e Latorre, dovevano essere giudicati in Italia, cambiare idea dietro le pressioni ricevute dall’India e, magari anche, oltre alla sgradevole vicenda dell’ambasciatore tenuto in “ostaggio”, qualche minaccia di frattura nei rapporti commerciali, non appare molto serio e ci restituisce la solita “Italietta” che, dopo aver tanto abbaiato, si defila, con la coda tra le gambe.
L’errore è stato a monte, quello di aver concordato con gli indiani, che si sono fidati, una “vacanza elettorale” per i due marĂ². Quando si è data la parola che i due militari sarebbero tornati in India, bisognava mantenerla, soprattutto se a darla è uno stato sovrano come il nostro e con tante pretese di civiltĂ e di rispetto per il diritto.
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