Tripoli è quasi interamente nelle mani dei ribelli libici, che controllano ormai la maggior parte della città . Lo ha riferito una fonte degli insorti alla tv al-Jazeera.
Ma si combatte ancora per le strade di Tripoli ma nel frattempo i ribelli hanno preso il controllo di uno dei simboli del regime di Muammar Gheddafi: la di Stato. Secondo quanto riportato dalla Bbc, la tv libica ha cessato le trasmissioni poco prima delle 16 ora italiana. Subito si è diffusa la notizia dell’arresto della presentatrice che ieri era stata protagonista di un’inquietante video in cui, brandendo una pistola-mitagliatrice, aveva minacciato i ribelli di non avvicinarsi all’emittente perché i suoi impiegati erano pronti a “diventare martiri”.
Secondo quanto riportato dal giornale britannico The Guardian, sul lungomare e nel centro della capitale le forze ancora fedeli al regime continuano a sparare: un giornalista sul posto ha spiegato che “la situazione è fluida”, e che a momenti in cui sembra che gli insorti abbiano avuto la meglio, seguono improvvisamente violenti combattimenti.
Resta ignoto dove si trovi esattamente Gheddafi, anche se i combattimenti più violenti si registrano intorno al suo bunker di Bab al-Azizya: ma voci insistenti sostengono che potrebbe essere asserragliato nel centro ospedaliero di Tajura, mentre lo stesso leader del Consiglio nazionale di Transizione degli insorti, Mustafa Abdel Jalil ha ammesso: “Non sappiamo dove si trovi Muammar Gheddafi”. Jalil ha chiesto moderazione a tutti, facendo appello ai combattenti ribelli a Tripoli a non farsi “giustizia da soli”, e ha promesso per Gheddafi “un processo giusto”, anche se ha precisato di non sapere “come potrà difendersi dai crimini che ha commessi contro il popolo libico e il mondo”.