Libia tra verità e confusione

Libia-_rivolta_6GheddafiSono giorni ormai, che ribelli e governativi si combattono duramente ed aspramente a Zawiyah e Misurata. Purtroppo non si riesce ad avere un quadro corrispondente al vero di quello che sta accadendo perché ognuna delle parti impegnata nel conflitto racconta la propria verità. Così, lo stesso avviene sul piano mediatico e diplomatico. Gheddafi continua a rilasciare interviste, con il contagocce, ma le rilascia e, la fila di giornalisti stranieri che attende il rais per sentire le sue dichiarazioni, più o meno farneticanti, è abbastanza lunga. Anche il figlio del colonnello Saif al Islam rilascia interviste nelle quali denuncia la non esistenza dell’opposizione, ma di un gruppo di persone che si è autonominato senza alcun riconoscimento popolare.
I ribelli invece, attraverso Mahmud Jebril, capo del Comitato di crisi del Consiglio nazionale di transizione, hanno chiesto ieri l’aiuto dell’Europa, direttamente dalla sede dell’Europarlamento a Strasburgo, cominciando dal riconoscimento ufficiale delle nuove autorità nate dalla rivoluzione.

Gheddafi ieri ha parlato anche con il leader greco George Papandreou, minacciando nuovamente l’Europa: “Ogni attentato alla sicurezza e alla stabilità della Libia avrà necessariamente delle ripercussioni sulla sicurezza in Africa del Nord, nel bacino del Mediterraneo e in Europa”. Poi in serata, in un paio di interviste rilasciate a due televisioni, ha accusato gli occidentali, in particolare la Francia, di condurre “un complotto colonialista” contro il suo paese e si è detto pronto a future “visite” in Europa quando “tutto ciò sarà terminato”.

In questo contesto già abbastanza complicato s’inserisce la confusione dei paesi occidentali che si stanno muovendo in ordine sparso, con idee poco chiare e soprattutto con tempistiche che sembrano essere non corrispondenti a quanto sta avvenendo quotidianamente nel paese nordafricano. Inglesi e americani si trovano d’accordo sulla no-fly zone e sulla prosecuzione della pianificazione, anche alla Nato, di tutta la gamma di possibili risposte” alla crisi libica, cioè “sorveglianza, assistenza umanitaria, applicazione dell’embargo sulle armi, sanzioni, blocco dei beni all’estero di Gheddafi e famigliari. I passi concreti fatti finora però sono pochi e di poco spessore, certamente non quelli necessari a fermare i massacri di gente civile. Usa e Europa, sembrano avere poche idee a riguardo e anche abbastanza confuse, a questo vanno aggiunti i no di Russia e Cina che vedono nella Libia un pericoloso precedente che domani potrebbero ritrovarsi in casa propria, non essendo, anche essi, governi propriamente democratici. Anche dal punto di vista dei 007 l’occidente sta facendo acqua, finora tutti quelli inviati in Libia sono caduti nelle mani degli uomini di Gheddafi, quindi, la rete d’intelligence necessaria a qualsiasi possibilità di intervento è stata compromessa all’origine.

di Redazione

9 marzo 2011

 

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