Obama torna a condannare le violenze e la repressione ma appare più cauto su un intervento militare. Mentre proseguono frenetici i contatti con gli altri leader occidentali. L’Alto Commissariato Onu per i rifugiati e le migrazioni (Unhcr) ha lanciato un'”appello urgente ai governi, in vista di una evacuazione umanitaria massiccia di decine di migliaia di egiziani e di gente di altre nazionalità in fuga dalla Libia”. Il ministro italiano Maroni, invece, dice che:
 “C’è il rischio che la Libia diventi un Afghanistan alle nostre porte e l’Europa non fa nulla, si muove come una lumaca, è incapace di intervenire sull’emergenza”. Poi, 
ha spiegato il senso della missione umanitaria in Tunisia decisa dal governo nel vertice a palazzo Chigi: “E’ un intervento di emergenza di carattere umanitario e sanitario , fatto in accordo con le autorità tunisine, per assistere le popolazioni in loco e evitare che partano” perché “stare a guardare è un delitto, bisogna agire”. Intanto, l’Assemblea generale dell’Onu ha espulso la Libia dal Consiglio sui diritti umani.
 Il nuovo ministro degli esteri francese Juppé, invece, ha detto: “Un intervento della Nato in Libia potrebbe essere estremamente controproducente”. Il segretario di Stato americano, Hillary Clinton, vuole una nuova inchiesta sul ruolo di Muhammar Gheddafi nell’attentato di Lockerbie, dove, nel 1988, precipitò un volo della Pan Am causando la morte di 270 persone. La

Ue, avrebbe convocato un vertice straordinario dedicato alla crisi libica e nei Paesi del Nord Africa a Bruxelles, per l’11 marzo, in concomitanza con quello dei Paesi membri dell’Eurozona, già ufficialmente convocato. Il Cremlino fa sapere che considera il colonnello un cadavere politico. 
Il leader libico Gheddafi è “politicamente morto” e “non ha più posto nel mondo civilizzato”. “L’uso della forza militare contro il proprio popolo – hanno dichiarato dal Cremlino – è inaccettabile”. 
La Gran Bretagna, in coordinamento con gli alleati della Nato, sta apprestando i piani per mandare caccia Typhoon della Raf in Libia e per armare le forze di opposizione al regime di Muammar Gheddafi. Il premier David Cameron – ha scritto il Times – è andato oltre le posizioni dei suoi colleghi occidentali, ordinando al capo di stato maggiore Generale Sir David Richards di predisporre i piani per la no-fly-zone sullo spazio aereo libico. I caccia britannici avrebbero il mandato di abbattere qualsiasi aereo libico che Gheddafi usi per bombardare il suo popolo. Dopo il summit di ieri a Ginevra, si fa più concreta l’ipotesi di un intervento Nato, con, tra le varie misure, la creazione di una no-fly-zone. Per quanto riguarda gli scenari futuri, gli Usa non escludono l'”esilio” di Gheddafi, un’ipotesi questa su cui il premier italiano Berlusconi invita alla “cautela”.

 A Roma, presso il ministero del Tesoro, si riunisce oggi il comitato per la Sicurezza Finanziaria che dovrà valutare la modalità del congelamento dei beni libici in Italia. Un portavoce del ministro dell’Informazione libico, Khaled al Koabi, citato da Skynews, ha affermato di avere sufficienti informazioni per affrermare che il governo di David Cameron “ha intenzione di portare avanti alcune attività che possono creare un clima di instabilità in alcuni regimi arabi”. 
”E’ decisamente prematuro” parlare di coinvolgimento militare della Nato e di altre organizzazioni internazionali per la Libia. Lo ha detto l’ambasciatrice Usa all’Onu, Susan Rice.
di Redazione Donnesulweb
2 marzo 2011
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Beh il fatto che non ci si riesca a mettere d’accordo è un classico… ognono vuol fare qualcosa, ma alla fine non si decide mai!