Nella guerra civile che si sta svolgendo in Libia, la giornata di ieri si è contraddistinta per due aspetti, il primo quello del pesante bombardamento ad opera dei governativi per tentare di riconquistare l’enclave petrolifera di Ras Lanuf, dove i ribelli avevano concentrato le forze. E, dopo il pesante attacco, i ribelli si sono ritirati. La seconda ha riguardato l’offensiva diplomatica di Gheddafi che ha inviato tre jet privati appartenenti alla famiglia con emissari del colonnello nelle capitali del Mediterraneo. La cornice internazionale attorno a questo quadro, come anticipato ieri, è piuttosto confusa. Molto probabilmente, la stragrande maggioranza dei paesi occidentali ha dato per spacciato il colonnello e il suo entourage troppo in fretta, sopravvalutando le forze ribelli. Questi ultimi, in realtà , hanno poca autonomia, forse una settimana, se non riusciranno a far arrendere il rais entro questo periodo, è probabile che quest’ultimo abbia il sopravvento se non ci saranno interventi di aiuto esterno nei confronti dei rivoltosi. Negli Usa e in Europa c’è molto movimento, ma poche decisioni. Si aspetta che il coinvolgimento sia generale e che comprenda soprattutto anche i paesi arabi. Questo stenta a venire perché i contatti prendono tempo, c’è molta incertezza generale sulle tipologie di intervento, ci sono posizione diverse anche in ambito dello stesso parlamento europeo e, spesso, gli stessi paesi della comunità si muovono in ordine sparso ognuno con la propria iniziativa. Nel frattempo, in Libia, la gente continua a morire.
di Redazione Donnesulweb
10 marzo 2011
Io non credo che Gheddafi voglia trattare, ma solo imporre le sue idee. La cosa peggiore è che nel frattempo continuano i bombardamenti!
Infatti chi ci rimette sono sempre i più deboli, e noi qui che rimaniamo a guardare senza poter fare nulla!