Nell’autunno del 2009, al telefono con Valter Lavitola Berlusconi si abbandonava a commenti sul Lodo Alfano, sulle raccomandazioni alla guardia di Finanza e sui soldi ai giornali, con frasi choc. Nell’audio esclusivo, ci sono frasi del tipo: «Portiamo in piazza milioni di persone, facciamo fuori il palazzo di giustizia di Milano, assediamo Repubblica: cose di questo genere, non c’è un’alternativa…» Le chiamate con l’allora direttore dell’Avanti, sono raccolte in un cd depositato al processo: dunque, sono pubbliche. Lavitola, oggi è latitante per l’inchiesta sul giro di escort e l’estorsione al premier da parte di Giampiero Tarantini.
Repubblica oggi pubblica estratti di quattro telefonate dal 20 al 30 ottobre, in cui Lavitola assilla la segretaria Marinella (“lasciami vivere” gli dice lei) per avere appuntamenti telefonici con il premier, per organizzare l’arrivo a palazzo Grazioli del generale Spaziante, per chiedere lo sblocco dei fondi all’editoria che finanziano anche il suo giornale.
La “telefonata shock” è una conversazione con il premier del 20 ottobre 2009 in cui Berlusconi si lamenta della situazione affermando anche “siamo nelle mani dei giudici di sinistra” che si appoggiano “a Repubblica e a tutti i giornali di sinistra, alla stampa estera…” Un lunghissimo sfogo che si conclude “per cui o io lascio… Che dato che non sto bene per niente ho anche pensato di fare, oppure facciamo la rivoluzione, ma la rivoluzione vera… Portiamo in piazza milioni di persone, facciamo fuori il palazzo di Giustizia di Milano, assediamo Repubblica: cose di questo genere, non c’è un’alternativa…”. E Lavitola gli dice “Presidente, però se mi permette la prima opzione scordiamocela…”