Valter Lavitola, nell’interrogatorio del 18 aprile scorso, ha spiegato ai magistrati il motivo della richiesta di cinque milioni di euro che avrebbe voluto fare all’ex premier Silvio Berlusconi, sostenendo che non era sua intenzione ricattarlo (“se avessi avuto la possibilità o la volontà di ricattarlo, lo avrei fatto per avere un incarico politico…ho sempre avuto il sogno di fare il parlamentare”). Lavitola ha detto di aver avuto intenzione di chiedere quei soldi in previsione del suo arresto.
“Volevo fare una scorta finanziaria che mi fosse sufficiente a poter chiudere questi contratti”, contratti nel settore della pesca in Sud America. Lavitola ha negato che quei soldi fossero in cambio del suo silenzio, e si è riferito ad un “debito di riconoscenza” in relazione alla latitanza sul caso Tarantini e alla chiusura del giornale l’Avanti. “Mi sarei aspettato in tutta onestà – ha detto ai pm – che Berlusconi si fosse fatto vivo lui, tramite terze persone per dire “cosa vuoi?”.