Fare sesso è una terapia dopo il tumore al seno. Lo sostiene Alessandra Graziottin, ginecologa al San Raffaele di Milano, durante un congresso a Città del Capo
(25 ottobre 2009) – L’8-10% delle donne è colpita da tumore al seno nell’arco della loro vita e il 25% di esse prima della menopausa. A differenza di altre terribili forme di tumore, quello al seno oltre ad avere ripercussioni sulla salute della donna, ha pesanti ripercussioni sulla psiche e sull’emotività . Il seno da sempre rappresenta il simbolo erotico per eccellenza. Esprime femminilità e bellezza per l’uomo, fonte di nutrimento e vita per il bambino, autostima e felicità per la donna stessa. Una donna colpita dal tumore al seno, sottoposta ad intervento e chemioterapia, vede la sua immagine fisica totalmente sconvolta e necessita di sostegno psicologico soprattutto dal suo partner. Sul delicato problema della sessualità nelle donne colpite da tumore al seno, la sessuologa e psicoterapeuta Alessandra Graziottin ha presentato una ricerca al congresso mondiale di ginecologia Figo, a Città del Capo.
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«Il sesso è il migliore antidepressivo, aiuta a riguadagnare stima di se, e a sentirsi di nuovo donne a tutti gli effetti, ed è una parte fondamentale della qualità della vita, anche se molti medici ancora non l’hanno capito» esordisce Graziottin. «La sessualità è un’area negletta nel follow up del tumore alla mammella. Non viene considerata parte fondamentale di una ritrovata qualità della vita, eppure oggi il tumore al seno è praticamente una malattia cronica, con la stragrande maggioranza delle malate che sopravvive dopo 20 anni, ed è fondamentale sia per le donne che per la vita di coppia riacquistare una vita sessuale soddisfacente».
Esistono diverse variabili che influenzano la psiche e la sessualità della donna. Una mastectomia riduce il desiderio sessuale nell’83% delle donne, percentuale che scende al 43% quando viene eseguita un’operazione meno aggressiva che salvi capezzolo, aureola e la sensibilità erogena. Senza contare la comparsa di linfedemi, gonfiori deturpanti al braccio e l’insorgere, a causa della chemioterapia, della menopausa precoce. Sconsigliata la gravidanza durante la chemioterapia per l’alto rischio per il bimbo. Conclude Graziottin: «Molti colleghi non dicono alle donne che con la chemio rischiano la menopausa e quindi l’infertilità precoce, mentre dicendolo si può pensare insieme a soluzioni alternative, come la crioconservazione dell’ovocita prima dell’inizio del trattamento, un’ipotesi che ridona la speranza alle pazienti. Nulla vieta che ci sia una vivace attività sessuale. Se cala la voglia ci sono dei gel specifici per contrastare la secchezza vaginale e il dolore, anche se alcune donne addirittura in chemio aumentano la libido».
«Ma se in una terapia oncologica, e anche dopo, il sesso scompare è perché le donne ormai si sentono malate e non più desiderabili, e gli uomini non si fanno più avanti. Si crea un muro di vetro che isola la coppia, la depressione aumenta e le possibilità di guarigione si riducono. Quasi metà delle donne dopo un tumore alla mammella entra in depressione, e il 40% ha difficoltà di lubrificazione e orgasmiche. Per molte coppie migliora la qualità emotiva, ma peggiora la dimensione dell’eros». Il sesso, vera e propria “terapia” per la salute della mente. Consiglia la Graziottin: «Sono meglio tre orgasmi di tre sedute dallo psicologo».
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