Le previsioni future per il governo Letta parlano tutte di burrasca in arrivo. Il weekend trascorso ha indicato forti segnali in questo senso, soprattutto in seguito alla riunione a porte chiuse dei big del Pdl alla corte del suo fondatore Silvio Berlusconi.
E, anche se alla fine dell’incontro, sono emerse posizioni contrastanti tra le diverse anime del partito, c’è da considerare che la strada che porta alla conclusione di questa esperienza governativa con il Pd e il partito dei montiani, si
fa sempre più tortuosa e difficile. In prima linea tra i falchi, la Santanchè e Bondi, ai quali si è avvicinato anche il fido Alfano, attuale segretario del partito.
Contrari alla linea della rottura e alla ricerca di strade compromissorie, il trio istituzionale: Schifani, Cicchitto, Quagliariello, quest’ultimo nella sua qualità di ex del Gruppo dei Saggi, chiamato da Napolitano prima delle elezioni presidenziali dello scorso aprile.
Al momento sembra che la linea dura del partito, cioè quella della Santanchè, sia quella prevalente e che questa stimoli anche di più Berlusconi che, contrariamente a tutte le dichiarazioni rilasciate prima della sentenza che lo ha condannato, ora invece vuol legare al suo destino personale quello del governo.
Il nodo principale è la decadenza politica della sua persona che, come è già successo per altri pubblici amministratori, in virtù della legge Severino votata lo scorso anno anche dal Pdl, lo pone in una situazione difficilmente recuperabile a meno di una grazia del Capo dello Stato che però, ha già fatto sapere, che non ci pensa proprio e le sentenze vanno rispettate.
Ecco quindi che lo “statista” Berlusconi viene meno e ricompare il capopopolo al quale siamo maggiormente abituati che, in virtù degli 8 milioni di voti presi alle ultime elezioni, minaccia di far cadere il governo non appena, le Camere, alleati di governo compresi, dovessero farlo decadere dal ruolo istituzionale in cui è stato eletto.
Il Pd, ha già fatto sapere più volte che voterà per la decadenza, l’altro alleato di governo, la Lista Civica di Monti, dichiara che il governo deve andare avanti e non può essere legato al destino di una persona, anche se al suo interno, Casini si sforza di trovare soluzioni all’impasse che si sta profilando. Nel Pdl, la Santanchè, per calcoli personali, a dispetto dei destini di 60 milioni di persone che ne hanno le scatole piene dei tatticismi politici e di legare il loro destino a quello delle sentenze di Berlusconi, soffia sul fuoco sapendo che basta poco perchè diventi un incendio che brucerà rapidamente il governo e, cerca di apparire la più dura tra i duri e la più vicina alle sorti del capo. Letta intanto è andato e tornato dall’Afghanistan, fiducioso che il governo possa andare avanti ma molto preoccupato per la tempesta in arrivo.
Vedi anche: Berlusconi a Roma manifestazione Forza Italia