Secondo i media vicina a Gheddafi le forze governative starebbero lentamente, ma progressivamente, riconquistando i territori occupati dalle forze ribelli. Queste notizie sono, naturalmente, smentite dai ribelli, che sostengono di avere ancora nelle loro mani Tobruk e Misurata. Mentre a Ras Lanuf a Zawiya la situazione è incerta e si contano molte vittime. Secondo voci non confermate, la notte scorsa Gheddafi avrebbe raggiunto un accordo con i capi di alcune tribù per ottenere, se non proprio una tregua, almeno la non belligeranza sul loro territorio. Sul piano politico, il secondogenito del Colonnello, Seif al Islam, ha detto che l’Italia deve sostenere «la lotta al terrorismo se non vuole ritrovarsi un Paese come l’Afghanistan a mezz’ora dalle proprie coste. Se i ribelli vincessero in Libia non ci sarà posto né per l’Eni né per la democrazia», ha concluso Seif. Queste affermazioni rafforzano quelle del colonnello che, da giorni, sta lavorando molto sul piano del terrorismo mediatico nei confronti dell’Occidente. Nella notte gli Usa hanno chiesto all’Arabia Saudita, loro unico alleato strategico nell’area, di fornire armi ai ribelli libici, in modo da evitare un coinvolgimento diretto nella guerra civile. Washington, nel frattempo, ha stanziato cinque milioni di dollari che l’Organizzazione internazionale delle migrazioni (Iom) utilizzerà per il piano di rientro dei lavoratori bengalesi fuggiti dalla Libia. Secondo fonti giornalistiche, sono almeno 17 mila i cittadini del Bangladesh che attendono di essere soccorsi in Tunisia.
di Redazione Donnesulweb
7 marzo 2011