Il tribunale di Roma nella persona del giudice Filomena Albano ha sollevato il dubbio di legittimità costituzionale sul divieto per le coppie fertili di accedere alla procreazione assistita e alla diagnosi preimpianto, anche se portatrici di malattie trasmissibili geneticamente. Non era mai successo prima che la questione arrivasse alla Consulta visto che in passato se ne era occupata la Corte Europea di Strasburgo che non solo aveva condannato l’Italia per aver violato due norme sui diritti umani , ma aveva puntato il dito contro la mancata coerenza del sistema italiano che se da un lato vieta alla coppia fertile ma portatrice di una malattia geneticamente trasmissibile di ricorrere alla diagnosi preimpianto, dall’altro, con la legge 194 sull’aborto, consente permette l’aborto terapeutico nel caso il feto sia affetto dalla stessa patologia.
Al tribunale di Roma si è rivolta una donna portatrice di una malattia genetica: la distrofia muscolare Becker che ha ereditato dal padre. Alla donna ed al marito è stata negato da una struttura pubblica autorizzata a praticare tecniche di fecondazione assistita sia l’accesso alla procreazione assistita, sia la diagnosi preimpianto a causa della legge 40 che prevede l’accesso solo alle coppie infertili.