“Ahi serva Italia, di dolore ostello, nave senza nocchiere in gran tempesta, non donna di province, ma bordello!”. Così, secoli fa, il sommo poeta parlava, in uno dei canti del “Purgatorio” del nostro amato paese. A rileggere queste parole con attenzione sembra di ripercorrere la cronaca dei nostri giorni. Che gli italiani siano questi? Che non siano cambiati dal 1300 ai giorni nostri ma, anzi, caduti sempre più in basso in una spirale senza fine? Certo è che quanto la politica offre quotidianamente al paese, ha più a che fare con le cronache di un postribolo di periferia che con la levatura morale e politica che servirebbero a guidare una nazione moderna ma, in pericolosa retromarcia, che fa parte dei primi otto paesi al mondo.
Le storie e gli scandali sessuali che coinvolgono il premier e che fanno il giro delle redazioni dei quotidiani di tutto il mondo, gettano un velo di vergogna su tutti noi che abitiamo questa magnifica, meravigliosa terra. Come dicono i francesi, “ogni popolo ha il governo che si merita” ed evidentemente questo è quello che ci meritiamo se la nostra natura è quella di “abbozzare” sempre per quieto vivere, di non reagire mai perchè così ci fa comodo o perchè chi più chi meno è comunque complice e, quindi ricattabile, di intricate e complesse vicende con chi detiene il potere a svariati livelli, sia localmente, che ai vertici del governo nazionale.
È inutile ripetere all’infinito che in un paese normale, un premier di questa fatta, sarebbe stato già dimissionato da tempo o, per dignità sarebbe stato lui stesso a chiedere di celarsi alla vita pubblica e ritornare nella sua, comunque comoda e per molti invidiabile, vita privata.
Non siamo un paese normale, questo è il fatto. Non è un paese normale quello dove il ministro delle Riforme, solidale sempre col premier, spara a zero sulla costituzione ad ogni occasione e dà dei “cornuti” ai sindaci di 100 comuni venuti a manifestare democraticamente il loro dissenso rispetto alle scelte economiche del governo.
Non è normale un paese dove sempre lo stesso personaggio, ministro della Repubblica, che negli ultimi tempi assume sempre più i contorni di un “Gheddafi padano“, incorona il figlio “Trota” come suo successore di fronte ad una folla acclamante.
Non è normale un paese, dove questi uomini fanno il bello e il cattivo tempo, dove straparlano dicendo tutto e il contrario di tutto, dove democrazia e diritto, sono quotidianamente calpestati, dagli stessi uomini che sono stati chiamati a promuoverli e salvaguardarli.
Fino a quando avranno il coraggio di abusare della pazienza degli italiani?