Ebola: peggiorano le condizioni del medico italiano che si è ammalato in Sierra Leone. Ma all’orizzonte, forse, c’è un vaccino italiano…
Ebola: se in Africa il contagio continua a crescere nei volumi del contagio in Italia l’apprensione cresce per il primo malato italiano che attualmente è in cura sul nostro territorio.
Si tratta di un medico volontario di Emergency che è stato contagiato in Sierra Leone. In questo paese l’organizzazione umanitaria fondata da Gino Strada opera sin dal 2001 con un centro chirurgico-ortopedico a Goderich, originariamente nato per occuparsi delle vittime della sanguinosa guerra civile che ha distrutto il paese.
A questo nel 2002 si è aggiunto un centro pediatrico e a settembre 2014 è stato aperto a Lakka, poco distante dalla capitale Freetown un piccolo ospedale da 22 posti (12 per la cura dei malati accertati, e 10 di osservazione per i casi sospetti) totali per la cura specifica dell’Ebola.
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In Africa occidentale ormai i malati sono oltre 16 mila con più di 6900 morti: e questo dato fa comprendere la gravità della situazione. Il medico italiano è stato immediatamente rimpatriato ed è ora ricoverato all’ospedale Spallanzani di Roma che è stato designato da tempo come centro italiano di riferimento per la cura di eventuali persone colpite dalla malattia.
Il malato italiano di Ebola si sta aggravando
Le ultime notizie relative al nostro connazionale purtroppo non sono incoraggianti. Dal pomeriggio di ieri il quadro clinico si è aggravato con febbre elevata e disturbi di natura gastrointestinale rilevanti.
La situazione ha spinto i sanitari a intervenire in modo più corposo: agli antivirali sono stati associati trasfusioni di plasma prelevato da un donatore che è sopravvissuto alla malattia. Inoltre è stato introdotto un nuovo farmaco antinfiammatorio che dovrebbe tentare di aumentare le difese immunitarie del malato.
Il vaccino italiano per Ebola
Si torna anche a parlare del possibile vaccino per la malattia: uno stato abbastanza avanzato è quello che si sta sviluppando proprio in Italia con il team del professor Alfredo Nicosia il quale ha dichiarato che “La risposta immunitaria dei primi test è stata buona e non ci sono effetti collaterali particolari”. Si tratta del primo vaccino contro la malattia ad essere sperimentato clinicamente con volontari negli Stati Uniti e nel Regno Unito.
I test sugli animali sono stati molto positivi con un 100% di immunizzazione ottenuta per i macachi sottoposti al trattamento. Tecnicamente si tratta di un adenovirus dei primati che è stato modificato inserendo proteine di superficie del virus Ebola, variante Zaire (quella che sta mietendo vittime in questi mesi in Africa). La proprietà del vaccino è quella, nelle intenzioni dei ricercatori, di stimolare la risposta immunitaria del corpo.
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