Giuseppe Polignino, 51 anni, ex autotrasportatore, ex tassista, una vita complicata. Separato dalla moglie, disoccupato da circa un anno, sua madre l’ha trovato ieri pomeriggio impiccato nella cantina dello stabile, in viale Ungheria. Ora la donna, attonita, con accanto a sé una nipote, cerca di darsi delle spiegazioni: tra queste anche il fatto che non lavorava da tempo e che, certamente, non poteva bastargli la saltuaria vendita delle rose: “Aveva perso il posto già da un bel po’ – racconta -. Cercava lavoro tutti i giorni”. Perché l’aveva perso? “Perché non c’é lavoro” risponde in modo disarmante. Difficilmente a determinare il suo gesto sembra essere stata la separazione dalla moglie, accaduta parecchi anni fa, anche se a suo figlio, che sabato l’aveva incontrato, aveva confessato di essere un po’ triste anche per questa ragione.
Che gli effetti della crisi, a Milano, si facciano sentire, e in modo pesante, lo spiega anche don Giuseppe, parroco della chiesa della Beata Vergine Addolorata in viale Ungheria, di fronte al palazzo in cui Giuseppe si è ucciso. Il sacerdote parla di “disastro” descrivendo la situazione dal punto di vista del lavoro: ” questo è un quartiere di lavoratori, di operai e da circa un anno sono sempre di più quelli che si rivolgono al nostro centro Caritas. E ora sono tanti quelli che la mattina escono di casa per cercare un lavoro”.
Anche a Roma nuova tragedia legata alla crisi: un imprenditore di 59 anni, la cui azienda era ormai al fallimento, si è ucciso con un colpo di fucile al petto. La sua azienda, specializzata in costruzioni in alluminio, era al fallimento e gli operai in cassa integrazione. Ed è stato proprio l’uomo a legare il suo gesto alla disperazione per la situazione in cui era precipitata la sua attività , in una lettera lasciata ai familiari.