La testata satirica dopo il massacro dello scorso 7 gennaio è tornata in edicola come promesso lunghe code fin dall’alba a Parigi.
Tre milioni di copie esaurite e lunghe file fin dall’alba a Parigi per comprare una copia del nuovo Charlie Hebdo. Ma già fin dalle prime ore del mattino la testata satirica era esaurita, i francesi attendevano la rivista fin dal giorno dopo il massacro di buona parte della redazione avvenuto lo scorso 7 gennaio attentato a quanto sembra rivendicato da al Qaeda in un video. I francesi hanno voluto un pezzo di storia ma la domanda supera l’offerta per cui verranno stampate ulteriori copie, intanto su ebay le copie della testata sono state offerte a oltre 700 dollari.
Il futuro di un simbolo
Dopo il massacro del 7 gennaio scorso Il nome di Charlie Hebdo è saltato all’onore delle cronache ai quattro angoli del globo. Eppure pochi si sono sforzati di parlare seriamente di questa rivista satirica. Un unicum nel panorama francese della stampa umoristica, affiancato spesso all’altra punta del settore della satira politica d’oltralpe, Le Canard Enchaîné.
Charlie Hebdo è una rivista laica, strettamente irriverente e collocata a sinistra. Il cosiddetto ‘media scomodo’, politicamente scorretto e davvero senza peli sulla lingua, capace di ironizzare su tutto quell’insieme di argomenti solitamente considerati tabù dalla stampa generalista. Un progetto editoriale portato avanti da un ristretto gruppo di professionisti che ha saputo divulgare negli anni uno humour dal carattere caustico, sfociato nell’elaborazione di un vero e proprio stile, ma il cui lavoro è seriamente minacciato dall’attacco terroristico di mercoledì 7 gennaio 2015.
Chi sono i giornalisti rimasti vittime dell’attacco
La redazione della rivista ha perso i suoi riferimenti. Nella strage sono morti il direttore Stephane Charbonnier, detto “Charb”, vignettisti di punta come Wolinski, 80 anni, una delle penne più affilate e prolifiche del panorama dell’illustrazione in Francia, Cabu, il caricaturista di settantacinque anni che ricopriva la carica di direttore artistico, Tignous, Philip Honoré, autore del disegno twittato qualche istante prima della strage, l’economista Bernard Maris e Elsa Cayat, psicanalista, cronista ed autrice della rubrica bimestrale «Divan», il correttore Mustapha Ourrad, e poi Franck Brinsolaro, uno dei due poliziotti della scorta di Charb, Ahmed Merabet, un secondo poliziotto della locale pattuglia in bici, colpito in strada dopo l’attacco; Michel Renaud, ex-direttore del gabinetto del sindaco di Clermont-Ferrand e fondatore del festival Rendez-vous du carnet de Voyage, invitato a partecipare alla riunione di redazione e l’inserviente Frédéric Boisseau, che si trovava all’ingresso quando i due terroristi armati hanno fatto irruzione nella sede di Charlie Habdo.
Ma ci sono anche gli undici feriti, dei quali quattro in condizioni serie come Philippe Lançon gravemente colpito al viso, Riss alla spalla, Fabrice Nicolino alla gamba e Simon Fieschi, il giovane webmaster incaricato di gestire l’enorme flusso di insulti indirizzati costantemente alla redazione attraverso i social e al telefono, le cui condizioni preoccupano particolarmente.
Ai sopravvissuti il difficile compito di elaborare il prossimo numero
Tra i sopravvissuti il vignettista Bernard ‘Willem’ Holtrop, scampato, ironia della sorte è proprio il caso di dirlo, grazie ad un funerale in provincia, che ha dichiarato di aver appreso la notizia sul treno da Lorient a Parigi. Miracolati anche i ritardatari Luz o Catherine Meurisse, la disegnatrice Corinne Rey, detta “Coco”, rifugiatasi sotto una scrivania, Laurent Léger che ha raccontato quegli attimi di barbarie su numerosi media, e poi Antonio Fischetti, che si è salvato perché non era presente alla riunione di redazione, il cronista-urgentista Patrick Pelloux e Richard Malka, avvocato del giornale. Una trentina di persone in tutto, alle quali spetta il difficile compito di elaborare il prossimo numero di una rivista ‘sopravvissuta’ in uscita mercoledì 14 gennaio.
Charlie Hebdo sarà regolarmente in edicola la settimana prossima secondo quanto dichiarato da Patrick Pelloux, medico e collaboratore della rivista.
Un milione gli esemplari della prossima edizione che saranno stampati, (per una rivista solitamente tirata intorno alle 600.000 copie), per un magazine che uscirà in versione ridotta della metà (8 pagine invece delle abituali 16) per far fronte alle gravissime perdite creative subite dal team redazionale. I sopravvissuti sono ospitati proprio in queste ore nella salle du hublot, all’ottavo piano della sede di Libération, come era già accaduto nel novembre 2011, in seguito all’attacco alla bomba che aveva colpito la precedente sede di Charlie Hebdo, e potranno usufruire del largo supporto di uomini e di mezzi garantito da una cordata formata da tre grandi gruppi media come Radio France, Le Monde e France Television.
Le risorse economiche per andare avanti effettivamente non mancano, si va dal supporto di Canal+ ai 250.000 euro del fondo francese “Presse et pluralisme”, al fondo “innovation numérique de la presse” finanziato da Google, al milione di euro di aiuti eccezionali assicurati del ministro della cultura Fleur Pellerin, per non parlare della mobilitazione dell’opinione pubblica.
Molti coloro che desiderano sostenere le attività della rivista abbonandosi, ma il servizio è attualmente indisponibile sul sito, occupato dall’immagine JeSuisCharlie su fondo nerohttp://www.charliehebdo.fr/index.html. Non ne sanno molto di più nemmeno gli edicolanti, che faticano a star dietro al flusso di richieste e alle domande del pubblico.
Il rischio speculazione & la mobilitazione collettiva
Nel frattempo le copie dell’edizione di questa settimana hanno raggiunto quotazioni imbarazzanti su ebay http://www.ebay.fr/sch/i.html?_from=R40&_trksid=p2050601.m570.l1313.TR0.TRC0.H0.Xcharlie+hebdo+1177&_nkw=charlie+hebdo+1177&_sacat=0 Il numero N° 1177con la faccia sdentata di Houellebecq stampata su in versione Nostradamus è venduto a diverse migliaia di euro, contro la manciata di euro del prezzo iniziale.
Nuove forme di partecipazione spontanea sono nate e stanno nascendo in queste drammatiche ore. Il sentimento collettivo, tanto caro e sviluppato nella memoria dei francesi, riprende tutti i suoi diritti. La città è stretta d’ingorghi, il traffico in una metropoli di tale grandezza è proporzionale all’inquietudine dei cittadini, solitamente abituati a spostarsi grazie all’efficiente rete di trasporti pubblici, disertata da molti in questi giorni per la paura di attentati.
Nel caos inquietante, con i terroristi ancora i fuga i francesi sembrano stringere i denti. Le diverse dirette televisive e radiofoniche risuonano ai quattro angoli delle strade. Numerose petizione online stanno prendendo piede rapidamente https://secure.avaaz.org/fr/avec_charlie_4/?sOksSib
Qui tutti sembrano partecipare all’accaduto e l’onda lunga del dolore prende la forma di un sentimento collettivo difficilmente arginabile che, per il momento, non sembra pronto a scemare.