Oggi alle 17.45, Benedetto XVI lascerà il Vaticano, per l’ultima volta col ruolo di Pontefice in carica, per raggiungere in elicottero Castel Gandolfo, dove alloggerà nella residenza estiva, fino al completamento delle opere di restauro del convento in Vaticano dove si ritirerà successivamente in clausura e in preghiera.
La storia degli ultimi 800 anni ci ha consegnato l’abitudine a figure papali che stoicamente, con sofferenza, hanno affrontato gli ultimi giorni del loro papato coincidenti anche con i loro ultimi giorni su questa Terra. Per la storia recente, indimenticabile l’immagine di Papa Wojtyla, pochi giorni prima della sua morte, che batte il pugno sul leggìo perché la malattia non gli dava la possibilità di emettere suoni. Indimenticabile il pathos e l’emozione che quei giorni di sofferenza hanno trasmesso in tutto il mondo tra cattolici e no. Così come indimenticabile è stato il giorno del suo funerale, con centinaia di migliaia di persone in fila già dal giorno prima, per accalcarsi in un spazio angusto a Piazza San Pietro.
Questa volta sarà sicuramente diverso. E’ già strano scrivere che mancano poche ore alla fine di questo papato. L’addio atteso ormai da più di due settimane, proprio perché atteso sarà senza dubbio un momento meno traumatico, meno emozionante, meno coinvolgente, quasi come fosse un evento di routine, un normale avvicendamento, come succede in qualsiasi carica pubblica. Mancherà quel “mood”, quell’aria di sacralità che circonda da sempre l’addio “definitivo” di un Papa.
Il Papa tedesco, invece, ha mantenuto la sua razionalità fino alla fine, scegliendo di abbandonare il trono di Pietro in punta di piedi, una volta resosi conto che la sua età avanzata, i suoi passi sempre più lenti, non gli consentivano più di portare avanti il pontificato come avrebbe voluto.
Chi lo ha visto da vicino in questi ultimi mesi può comprendere le parole con le quali ha annunciato la decisione di dimettersi dal ministero di Vescovo di Roma.
Anche se i suoi occhi brillavano con la stessa lucidità, le sue spalle mostravano il peso dei suoi 85 anni. Il peso del governo della Chiesa, che regge da quasi otto anni come successore di Pietro, diventava più pesante che mai.
C’è inoltre un ulteriore elemento di novità, oltre alla rinuncia al pontificato, quello di usare, per la prima volta dopo molti secoli, l’espressione “ex Papa”, seppure formalmente sarà il “vescovo emerito di Roma”.
Tutto ciò è sorprendente e triste ma al tempo stesso, per tutti i fedeli, è consolante sapere che sarà sempre vicino a loro in modo silenzioso e discreto, umile e gentile, fino alla fine dei suoi giorni.