La toxoplasmosi è una zoonosi parassitaria che per le donne in dolce attesa può avere conseguenze particolarmente severe nei confronti del futuro nascituro. Nello specifico, l’agente eziologico (isolato per la prima volta nel 1908 in Brasile), è il protozoo Toxoplasma gondii. Colpisce tutti gli animali, uomo compreso. Soltanto nel gatto però questo parassita è in grado di compiere il ciclo completo. Le uova del protozoo vengono emesse all’esterno mediante le feci dei gatti ammalati, in tutti gli altri ospiti a fondo cieco, i parassiti rimangono incistati nei muscoli e negli organi interni. Generalmente un soggetto normale (con un buon sistema immunitario) non avrà particolari fastidi, ma una donna in gravidanza, in assenza di immunità specifica al toxoplasma e a seconda del momento gestazionale, potrà avere dei seri problemi in quanto i toxoplasmi sono in grado di attraversare la placenta e di invadere il feto. Il contagio avviene nel momento in cui si viene a contatto con le feci del gatto ammalato, all’interno del quale residuano le uova del parassita. Il consiglio che può essere dato alle proprietarie di gatti tenuti in casa sarà quindi quello di far effettuare al medico veterinario un test sierologico per evidenziare la presenza/assenza del toxoplasma. Se questo risultasse negativo, state pure tranquille, ma non permettete al vostro beniamino di mangiare alimenti crudi, evitate di “mandarlo a caccia” (per evitare che esso stesso possa infettarsi), rifate la cassetta quotidianamente e abbondate con l’igiene.
Le maggiori probabilità di contagio, come ben risaputo,sono il consumo di carni o verdure crude o poco cotte. Potenzialmente però anche maneggiare gli insaccati se svolto a mini nude può comportare un rischio perché il protozoo in questione può entrare nel nostro organismo anche attraverso le mucose. Sarà quindi opportuno indossare dei guanti quando si maneggiano insaccati e carni crude e lavare in maniera accurata le stoviglie che ne siano venute a contatto.