A cura di AIVPA Associazione Italiana Veterinari Piccoli Animali
E’ sufficiente entrare in un qualsiasi supermercato per trovare interi scaffali colmi di prodotti dedicati alla lotta contro le zanzare e capire quanto questa sia sempre più un problema collettivo, una nota negativa all’ esito delle vacanze estive…e talvolta una vera ossessione.
Da mamma quale io sono, attenta alla salute ed al futuro del mio piccolo bimbo, preferirei ovviamente non utilizzare i repellenti chimici. I piretroidi, o gli esteri fosforici (la gamma è ormai vasta) in essi contenuti ci liberano rapidamente dai fastidiosi insetti, ma per un periodo di tempo limitato, portando poi alla nascita di ceppi d’ insetti sempre più resistenti; tali molecole sono inoltre sicuramente molto dannose.
Irritazioni cutanee e disturbi respiratori sono le alterazioni patologiche più frequenti e note (soprattutto per i soggetti allergici o affetti da dermatiti atopiche), ma forse non tutti sanno che tali sostanze possono provocare disfunzioni dell’apparato riproduttivo e della crescita, immunodepressione ed anche alcune forme di tumore, sia nell’uomo che negli animali domestici.
Non avendo capacità discriminanti portano a morte, oltre agli insetti nocivi, anche quelli utili come farfalle, libellule ed api ed i loro predatori naturali. Inoltre, per la loro persistenza residuale dichiarata, possono rimanere nel suolo per parecchi anni inquinando le falde acquifere, aggravando i danni all’ ecosistema planetario già piuttosto compromesso.
Colta da ansia apprensiva, ho quindi deciso che avrei utilizzato per me e per il resto della mia famiglia soltanto prodotti naturali a base di geranio, citronella, lavanda e garofano, dando per scontati risultati ovviamente inferiori in termini di efficacia e comunque la possibilità di poter sviluppare sensibilizzazione ed allergie anche a questa tipologia di prodotti naturali.
A questo punto ho pensato di cercare dei “forti ma naturali alleati”: i pipistrelli!
Appartenenti alla famiglia dei chirotteri (dal greco cheiròpteros = mano pteròn = ala), i pipistrelli da circa 50 milioni di anni ci aiutano ogni notte a mantenere un controllo biologico delle popolazioni di insetti e, soprattutto, delle zanzare. Sono dei piccoli mammiferi non marsupiali e se ne conoscono almeno 1100 specie suddivise tra macrochirotteri che si nutrono di frutta e microchirotteri che si nutrono di insetti (33 le specie attualmente presenti in Italia).
I microchirotteri possiedono un sofisticato sistema di ecolocalizzazione basato sull’ emissione e sulla ricezione di ultrasuoni che forniscono loro una costante e precisa immagine “sonora” dell’ ambiente circostante.
In primavera, dopo essersi risvegliati dal letargo, compiono vere e proprie migrazioni dai luoghi di ibernazione a quelli di caccia dove trovano gli insetti di cui si nutrono: è stato calcolato che ogni notte possono aumentare il loro peso del 30% cacciando molte tipologie di insetti, tra cui le zanzare.
Di giorno si rifugiano in anfratti, fessure degli alberi o delle abitazioni e rimangono in uno stato di torpore che consente loro di non consumare troppe energie fino alla notte successiva.
Ma come convincere questi curiosi alleati a venire a cibarsi degli insetti presenti sul mio terrazzo? Ecco l’ idea: l’uso della BAT BOX!
Ideate inizialmente per scopi di ricerca, queste “scatole” sono diventate oggi una vera e propria alternativa al rifugio naturale da offrire ad alcune specie di pipistrelli minacciate dall’inquinamento, dalla scomparsa di ruderi-rifugio, vecchie case e zone boschive.
Costruire artigianalmente una bat box potrebbe sicuramente apparire come un divertente ed originale passatempo anche per i bambini, ma in realtà non è per nulla semplice.
Bisogna infatti tener ben presenti alcune regole fondamentali:
-per prima cosa, conoscere le specie di pipistrelli della zona per scegliere la bat box più adatta.
-servirsi di tavole di legno molto spesse e ben tagliate che ben collabiscano le une alle altre.
-utilizzare all’ esterno vernici atossiche e non troppo odorose, ma che riescano a proteggere il legno dal deterioramento causato dalle avversità climatiche. Anche il colore, secondo alcuni, pare sia importante: più chiaro nelle zone calde, più scuro in quelle fredde;
-sviluppare la bat box in altezza in modo da creare all’ interno un microclima stratificato che permetta ai nostri piccoli amici di scegliersi la zona a loro più gradita: le femmine, per esempio, andranno a posizionarsi nelle zone più calde soprattutto durante il periodo di gestazione, durante il quale devono evitare che l’ abbassamento della loro temperatura corporea provochi lesioni ai feti;
-per ultimo, ma non meno importante, cercare di mantenere l’ interno del contenitore assai ruvido per permettere ai pipistrelli di attaccarsi agevolmente. Alcuni, ad esempio, vi incollano delle reticelle metalliche.
Una volta costruita la bat box il problema successivo è quello della collocazione. A tal proposito i pareri sono assai variabili: da quelli più fondati dei ricercatori a quelli assai originali, persino talvolta contraddittori, degli appassionati. La verità è che non si possono costringere a forza i pipistrelli ad accasarsi nella nostra bat box, devono esser loro a sceglierla, facendo passare a volte anche anni. Rimane comunque consigliabile posizionare la scatola in un posto alto, protetto dalla pioggia come può esser la parete esterna di una casa vicino al sottotetto, ma in modo che riceva qualche ora di sole mattutino.
Le bat box possono esser sistemate, a partire da marzo, periodo di risveglio dopo il letargo invernale, a cui fa seguito quello della gestazione e nascita dei nuovi esemplari, oppure a fine estate quando, verso settembre, inizia il periodo degli accoppiamenti: tranne che per una specie, lo sperma maschile rimane nel ventre delle femmine per tutto l’ inverno. Sono unici tra i mammiferi.
Ora che abbiamo costruito e collocato la nostra bat box, anche se senza successo, mi rendo conto che la nostra vacanza è terminata e che, anche quest’anno, siamo comunque sopravvissuti alle fastidiosissime zanzare.
Mio figlio ha però imparato a rispettare anche questa specie animale, il pipistrello, vittima delle superstizioni, e sempre più minacciata. Sono felice del fatto che crescerà sapendo che i pipistrelli non si attaccano ai capelli delle persone per terrorizzarle, né tanto meno succhiano il sangue delle giovani, ma che invece è meraviglioso ed assai curioso poterli ospitare ed osservare da vicino….speriamo nel prossimo anno.
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Ero già a conoscenza del fatto che i repellenti di insetti provocano allergie e altri tipi di patologie. Contenendo agenti chimici non mi sarei aspettata che fossero salutari; stesso discorso per i profumatori di ambienti di qualunque genere, compresi i bastoncini di incenso che in casa fanno tanto oriente, ma che sono dannosi per i nostri polmoni tanto quanto le sigarette.
Non sapevo invece anche il pipistrello va in letargo e che grazie alla bat box potrebbe diventare – azzardo! – anche un animale “domestico” quasi al pari dei tanti amati gatti e cani.
Complimenti per l’articolo, scritto molto bene e in maniera comprensibile anche dai non addetti ai lavori.
Mi unisco al commento di Laura: brava!!!
Donatella.
🙂 Finalmente una notizia utile, e positiva.
Per chi si domandasse se questi animaletti possano sporcare come piccioni o altri ospiti solitamente indesidetrati, c’è da dire che il poco guano che si può raccogliere sotto la bat-box è inodore e facilmente rimovibile e può essere utilizzato come ottimo fertilizzante naturale.
E’ veramente ora che si faccia qualcosa in più per gli animali, l’ambiente, e di conseguanza noi stessi !!
Brava Silvia!!
Laura.